BARF, benessere animale e antibiotico-resistenza: un nuovo spunto da Report


 

Altra puntata illuminante di Report domenica scorsa (29/05/16) intitolata “Resistenza Passiva“. Antibiotico-resistenza e benessere animale sotto inchiesta, in modo forse parziale (come sostenuto da allevatori e aziende del settore), ma certamente illuminante. Già mi frullava da un po’ nella testa, ma da una puntata del genere non poteva non derivare una riflessione: BARF e alimentazione fresca che ruolo hanno in tutto questo? Come tutelarci e tutelarli? Vediamo assieme.

Con-vivere, l’allevamento del futuro – giornata sull’agro-ecologia svoltasi a Teramo il 27.05.16

Prendo spunto per fare alcune considerazioni da un bell’articolo di Slow food (che potete leggere per intero qui e che riporto fra virgolette) e dalla bellissima giornata incentrata sull’allevamento agro-ecologico svoltasi presso l’Università di Teramo settimana scorsa  (con la dr.ssa Pisseri, la dr.ssa De Benedictis e il dr. Innocenti, oltre me e il Prof.Amorena).

“Quando nel 1945 Alexander Fleming vinse il Nobel per la scoperta della penicillina e dei suoi effetti curativi in molte malattie infettive, mise in guardia sul suo possibile abuso, che avrebbe potuto rendere quell’“arma” fondamentalmente inefficace. A oltre 70 anni da quel monito, la politica mondiale si ritrova ad affrontare lo spettro dell’apocalisse antibiotica e del sopravvento di alcuni batteri dai quali saremo incapaci di difenderci.

Già oggi, in tutta Europa circa 25-30.000 persone muoiono ogni anno a causa di infezioni resistenti ai farmaci e alcuni studi stimano che nel 2050 le infezioni resistenti alle cure potrebbero fare dieci milioni di vittime all’anno e diventare la prima causa di morte al mondo. […]. Il tema della resistenza agli antibiotici è stato affrontato ieri sera a Report, nel servizio di Sabrina Giannini, la quale punta il dito contro l’abuso che viene fatto in medicina di queste sostanze ma, soprattutto, contro il sistema degli allevamenti intensivi, responsabili dell’impiego del 70% di tutti gli antibiotici prodotti nel mondo.” (cit.Slow Food)

Quale è il problema? Il problema è che ogni ciclo di antibiotico fatto ad un essere vivente e mirato verso un determinato batterio patogeno, non ha ovviamente l’obiettivo di sterminare TUTTI i batteri presenti come microbiota in quell’essere vivente. Non può farlo ovviamente. Cosa succede a questo punto? Sopravviveranno fra tutti i batteri quelli che erano geneticamente predisposti a resistere meglio alla “bomba” da noi lanciata. E questi si moltiplicheranno.

Ora, magari NON sono quei batteri – seppure resistenti – il nostro problema, perchè come sappiamo NON tutti i batteri sono patogeni. Solo che, come parzialmente spiegato nel programma Report, i batteri hanno la capacità di trasferire un carattere genetico non solo alla propria discendenza come capita a noi mammiferi, ma anche ad altri batteri, sia della stessa specie che non. Per capirsi è come se io che ho gli occhi verdi, potessi passare gli occhi verdi a mio figlio, ma anche al mio vicino o al mio cane. Un bel problema, perché, specialmente se in giro ci fosse una “bomba intelligente” in grado di colpire tutti le persone che NON hanno gli occhi verdi, certamente in poco tempo il mio intero vicinato troverebbe più conveniente appropriarsi del mio tratto genetico di resistenza.

 “[…] a causa dell’abuso di antibiotici che viene fatto in zootecnia, abbiamo un’elevata presenza di micro organismi multi-resistenti negli intestini dei nostri animali, i quali sviluppano un’elevata resistenza agli antibiotici, rendendone l’utilizzo vano o meno efficace. La carne diventa così un veicolo di contagio, i batteri si trasferiscono dall’animale al piatto e all’ambiente.” (cit.Slow Food)

Il problema è questo: la zootecnia intensiva, a causa degli enormi disagi provocati a degli Esseri viventi e senzienti, crea situazioni di stress fisico, disagio ambientale ed emozionale che causano a loro volta un’enorme quantità di patologie negli “animali da reddito”, comunemente denominate tecnopatie. Le tecnopatie vanno poi curate.. con antibiotici e altri farmaci!

 Anima-li intelligenti e sensibili come i maiali vengono obbligati a vivere sporchi e al buio, senza vedere mai la luce del sole, relegati in 1 mq ognuno (suini da ingrasso che arrivano a 150kg – vi riuscite a immaginare 1mq? disegnatelo visivamente attorno a voi – ecco, voi quanto pesate? 50,60,..80kg? Ecco.. immaginate un essere di 150kg in quello spazio..al buio.. tutta la vita) o in gabbie senza neanche la possibilità di muovere un passo (scrofe). Alle vacche da latte viene sottratto il vitello subito dopo il parto “perchè sennò si affezionano”. I polli, dato che noi consumatori inconsapevoli vogliamo solo il “petto di pollo” da mangiare, hanno ormai petti geneticamente selezionati per essere così grandi che spesso non permettono al pollo stesso di poter camminare e muoversi, ma lo costringono a vivere appoggiato sul suo enorme petto, a contatto costante con la lettiera dove urina lui e i suoi mille compagni, talmente ricca di ammoniaca da provocargli lesioni nei punti di contatto. Avrei altri mille esempi da fare, ma mi fermo qui per ora.

Il legislatore europeo ci dice che queste condizioni bastano a garantire il “benessere” degli animali di allevamento (ci rendiamo conto??) e ovviamente a noi Vet viene insegnato questo. Non tutti la pensiamo così e un buona fetta di noi, come dice la Carla De Benedictis, smette di fare “la bella addormentata del benessere animale”, decidendo di provare a costruire un mondo migliore, per loro, gli animali allevati, per il nostro pianeta che risente terribilmente degli effetti disastrosi causati dall’allevamento intensivo e.. non ultimo anche per l’essere umano, come appunto la puntata di Report ci sottolinea.

“Pertanto, se negli ultimi novant’anni gli antibiotici hanno consentito il progresso della medicina e hanno sconfitto i batteri patogeni, ora invece sono sempre meno efficaci contro quelli che colonizzano l’uomo, l’ambiente e i prodotti animali di cui ci nutriamo. Quello dell’antibiotico-resistenza è un tema che coinvolge tutta la popolazione mondiale. E, in Europa, l’Italia è uno dei paesi più colpiti. Proprio l’Italia, infatti, ha un consumo di antibiotici tra i più elevati d’Europa: 1300 tonnellate di farmaci impiegati per 30 milioni di animali allevati.”

 

Ora veniamo al punto: che c’entra la BARF?

La BARF, cioè l’alimentazione cruda a base di carne di cane e gatto, c’entra molto con tutto questo. Per svariati motivi di ordine etico, ma anche igienico.

Partiamo dall’igiene. Ai miei clienti lo faccio sempre presente, l’ho già scritto su questo blog, ma ci tengo a specificarlo di nuovo: scegliere il regime con cui alimentare il nostro Amico deve tenere in considerazione tanti e diversi fattori, la dieta perfetta in tutte le situazioni non esiste. Fra le situazioni da tener presente nello scegliere una dieta BARF dobbiamo ricordare di considerare anche quelle igienico-sanitarie.

I nostri cani e gatti infatti consumando carne cruda sono sottoposti (e ci sottopongono) a maggiori rischi di contaminazione di batteri farmaco-resistenti. È un fatto anche solo semplicemente statistico. Maneggio carne fresca 2-3 volte al giorno, tengo carne fresca in frigo tutti i giorni, insacchetto, porziono, spacco.. insomma, tutto il tran-tran che i barfer conoscono bene. Dobbiamo tenere a mente che così facendo è possibile contaminare la nostra cucina con batteri antibiotico-resistenti e successivamente contaminare quindi il nostro cibo e noi, oltre a contaminare il nostro Amico. Se consideriamo poi che è stato scientificamente dimostrato che il microbiota presente sulla cute del cane di famiglia è in parte in comune con quello degli esseri umani conviventi.. beh, una ragione in più per mantenere alta la guardia.

Ancora, un altro spunto di riflessione: la puntata di Report parlava di passaggio di batteri resistenti dall’intestino degli animali macellati alla carne. Ma tiriamo qualche linea fra i diversi puntini e pensiamo invece a quegli studi che hanno dimostrato come gli antibiotici perdurino più a lungo nelle ossa che nelle carni degli animali trattati, finendo così più facilmente nelle ciotole dei nostri Amici barfer, ma anche crocchettari. Le ossa soprattutto di pollo hanno infatti una notevole importanza in una BARF, ma vengono anche utilizzate per la formulazione delle crocchette. Ora, oltre al fatto che l’ingestione di alcuni tipi di antibiotici potrebbe avere effetti tossici sull’organismo del nostro Amico, cerchiamo di immaginare cosa possono causare dosi molto basse ma ripetute di antibiotici al microbiota del nostro cane o gatto. Probabilmente avremo anche qui formazione di batteri resistenti a quelle classi di antibiotici, con tutti i problemi connessi.

Ok.. NO PANIC! Rivediamo alcune norme di igienico-sanitarie!

Ok, lo so, vi ho spaventati. La verità è che credo ci sia da essere spaventati: l’antibiotico-resistenza è un problema mondiale e, dato che gli interessi in gioco sono grandi e la politica è lenta, dobbiamo noi per primi prenderci delle responsabilità, per noi e per loro. Rivediamo qualche punto insieme, qui e qui troverete ulteriori dettagli e ad ognuno dei miei clienti consegno una scheda dettagliata a questo riguardo.

Categorie a rischio

..ovvero, in questi casi optate per un altro tipo di alimentazione OPPURE prendete le norme precauzionali ancora più seriamente:

  • donne in gravidanza
  • soggetti immunocompromessi (chemio, trapianti etc.)
  • bambini in casa
  • anziani in casa

Norme igieniche in cucina e fuori:

  • gestite carne, uova e altri prodotti di origine animale (sia destinati a voi che al vostro Amico) con utensileria separata (coltelli, cucchiai, mannaie)
    Brutte notizie: anche il salmone di allevamento e uova non sono esenti da rischio microbiologico/antibiotici
  • dedicate al vostro Amico un canovaccio in cucina, da usare durante la preparazione e che non utilizzerete per nessun’altro uso.
  • tenete la carne (sia vostra che del vostro Amico) in contenitori chiusi in frigo. Anche i contenitori, dedicateli a contenere prodotti del vostro cane perché anche se lavati accuratamente potrebbero non tornare completamente decontaminati.
  • una volta scongelata, consumatela nel minor tempo possibile.
  • lavatevi accuratamente le mani dopo aver finito e comunque prima di toccare qualsiasi altro oggetto in cucina.

Già che ci siamo sfatiamo per una volta in più una leggenda metropolitana: NO, il congelamento non uccide tutti i germi. Né è nostra intenzione farlo! La psicosi del germ-free cioè del voler avere carni, cani, gatti, case, superfici corporee completamente prive di microrganismi è non solo un’utopia, ma una pratica dannosa e probabilmente responsabile di molte allergie e dell’asma infantile. Impariamo a ragionare come “diminuzione della contaminazione” non “distruzione di tutti i germi”! In ogni caso la maggior parte dei batteri NON è inattivato dal congelamento, specialmente se ben avvolto e protetto da grassi e proteine (vedi qui).

Ultimo, specialmente se il nostro Amico segue una BARF, ricordiamoci che anche nei suoi confronti e nonostante tutto il nostro Amore per lui o lei, sarà bene lavarci le mani prima di mangiare, evitare di baciarli, cercare di non far entrare le nostre mucose in contatto con le sue. Vi sembra un supplizio? Beh, meglio qualche accortezza da parte nostra che danni dopo.. e meglio le accortezze che ripassare alle crocche per la sua salute.. o sbaglio? ? per quanto detto sopra, dimentichiamoci il cane o gatto germ-free.. e facciamo solo un po’ più di attenzione! ?

 

Norme generiche per i compagni di cani e gatti

Ovvero, quali atteggiamenti possono aiutarci a non creare batteri o altri microrganismi resistenti nei nostri Amici, per il nostro e loro bene? Perché in primis è necessario un cambio di mentalità, nostro come loro compagni, ma anche come clienti di un Medico Veterinario. La psicosi del germ-free ci ha invaso e siamo convinti che cani e gatti vadano de-parassitati ogni 6 mesi a tappeto, che se entri dal Vet ed esci “senza neanche una puntura o una compressa vuol dire che non ha fatto nulla“. È ovvio che ogni farmaco ha le sue indicazioni, le situazioni in cui è necessario e in tutti questi casi va ovviamente utilizzato. Ma vi invito a considerare in maniera critica il nostro operato, come Medici Veterinari, e le richieste che spesso ci vengono da voi stessi come nostri clienti. Ragionate come ragionerebbe una mamma con il suo bambino a cui il pediatra non fa altro che prescrivere antibiotici, per ogni piccolo raffreddore. La maggior parte delle volte è possibile curare localmente una ferita cutanea, una tracheite, della tosse. La maggior parte delle volte il vostro Amico NON avrà bisogno di essere sverminato e basterebbe una semplice analisi delle feci per stabilirlo. Quindi, siate critici, scegliete bene chi cura il vostro Amico perché anche da quanti cicli di antibiotici o antiparassitari gli fate nella sua vita dipende la sua (e la vostra!) salute!

Ancora, ma qui siamo alle basi, terapie antibiotiche lasciate a metà sono causa di gravi rischi, per loro e per la comunità. Le terapie quando indicate vanno seguite fino all’ultima compressa, proprio per evitare la creazione di resistenze. Una volta iniziato NON si può interrompere, quindi, per favore, non mi fate sentire il classico “ma costa tanto e comunque già sta bene!“.

 

Una riflessione etica

Vi immaginate passare tutta la vostra vita al buio in una metropolitana sovraffollata? Beh, un allevamento intensivo non è poi così diverso.

Last but not least, vorrei introdurre un ulteriore spunto di riflessione. Credo dobbiamo essere consci che la carne che diamo ai nostri Amici proviene da quegli stessi allevamenti in cui il benessere animale è una gabbia, al buio e sovraffollata. Non che io abbia la soluzione a portata di mano, anzi. È una cosa che mi fa molto soffrire, intimamente, come Medico Veterinario e come essere umano. È ovvio che da questo non si scappa: anche per una dieta casalinga vale lo stesso, per non parlare delle crocche. Per quanto mi riguarda, l’alimentazione vegana dei miei Amici non è una soluzione, ..quindi?

Quindi temo che la soluzione possa essere solo a lungo termine. Si può certamente cercare contatti con allevatori locali, che producano virtuosamente. Non fidatevi del marchio BIO, ma andate a controllare e fidatevi del vostro buon senso: se vi sembra che l’Anima-le soffra.. sta soffrendo. Questo è possibile con dei GAS (Gruppi di Acquisto Solidale) ben organizzato, così come prodotti ad uso umano, è possibile ricercare anche quegli allevatori virtuosi disposti a cederci a buon prezzo quelli che sono per loro degli scarti.

La soluzione definitiva a lunghissimo (temo) termine invece credo che possa essere solo una, e coinvolge noi, i nostri Amici e tutto il pianeta. Dobbiamo smettere di pensare che sia necessario per noi mangiare carne o prodotti di origine animale tutti i giorni, dobbiamo cominciare a convincerci che pagare il giusto prezzo a fronte di una quantità minore di prodotto consumato sia meglio, per noi, loro e il pianeta.

Magari un giorno esisteranno pochi allevamenti, solo estensivi, che produrranno molto meno di quelli odierni, garantendo un vero Benessere agli Anima-li in azienda, producendo prodotti di ottima qualità anche se a prezzi maggiori. L’antibiotico-resistenza non sarà più un problema, perché gli Anima-li allevati non verranno più bombardati di antibiotici per essere mantenuti in un minimo stato di salute. Questi allevamenti saranno dedicati di certo in parte anche al sostentamento dei nostri Amici carnivori, così come è stato per millenni di domesticazione, ma in chiave moderna.. futuristica!

Chissà… se puoi sognarlo, puoi farlo diceva Disney. E a giudicare di come “la questione animale” sta prendendo rapidamente piede, magari questo non sarà più un sogno.. a breve! ?

 

 

 


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