Grassi: non tutto vien per nuocere

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Quando si parla di grassi, o più correttamente lipidi in termini nutrizionali, troppo spesso questi vengono interpretati in modo negativo. Facciamo un breve excursus nel “mondo dei grassi” per l’alimentazione di cane e gatto per capire come mai.. non tutto il grasso vien per nuocere, anzi!



I lipidi (dal greco: λίπος, lipos = “grasso”), comunemente denominati grassi nel linguaggio comune, sono dei composti organici, costituenti fondamentali di tutti gli alimenti. Questi composti sono caratterizzati dalla loro insolubilità in acqua (tranne alcune eccezioni interessanti per i nostri Amici che vedremo), composti da catene più o meno lunghe di atomi di carbonio e idrogeno. All’interno di un organismo i lipidi svolgono diverse importanti funzioni, stabilite sia dalle necessità dell’organismo in quel momento che dalla loro specifica composizione. Insomma.. non sono tutti uguali. Senza dover fare un trattato scientifico ordinato, vediamo quali sono i punti più interessanti.

Ruolo energetico dei grassi


Mentre a fronte di un grammo di carboidrati o di proteine i nostri Amici riescono ad ottenere fra le 3,5 e le 4 kcal (a seconda), da un singolo grammo di grassi si ottengono circa 9 kcal. I grassi infatti, grazie alla loro ricchezza in idrogeno, “bruciano” perfettamente all’interno dei mitocondri, formando pochissimi residui e liberando molta energia.  Inoltre, essendo totalmente privi di molecole di acqua al loro interno (lo abbiamo detto sopra che sono insolubili in acqua), occupano poco spazio, configurandosi in questo modo come la miglior fonte di stoccaggio di energia per un organismo.

Mi direte “lo sapevamo, per quello non vanno mangiati”. Non del tutto vero. Sicuramente è vero infatti che consumare molti grassi può portare facilmente il nostro Amico ad obesità, vista la grande energia condensata al loro interno e vista la vita sedentaria che molti di loro fanno. D’altra parte però i grassi possono essere un potente alleato per tutte quelle patologie che portano il nostro Amico a rifiutare il cibo. In caso di animali convalescenti o debilitati, che non vogliano o non riescano a mangiare una sufficiente quantità di alimenti, sono infatti fra i migliori appetizzanti per la loro ciotola e hanno l’enorme vantaggio di apportare “molta energia in poco spazio“. Pur alimentandosi poco quindi avremo modo di dare al nostro cane o gatto le kcal necessarie per sopravvivere.
I grassi sono particolarmente utili quindi in tutte le patologie che portano a scarso o nullo appetito da parte del nostro Animale, come ad esempio patologie renali gravi e neoplasie. Anche in convalescenza, quando dopo una malattia debilitante non riescano ancora ad assumere delle quantità corrette di alimenti, possono essere estremamente utili!

Ruolo strutturale e funzionale


Come abbiamo visto anche nell’articolo specifico sugli Omega 3, alcune classi di lipidi svolgono all’interno dell’organismo un ruolo strutturale,  entrando cioè nella composizione delle membrane cellulari, e un ruolo funzionale, come regolatori dell’infiammazione o altri processi organici “endocrini”.

Quando parliamo di ruolo strutturale e funzionale ci riferiamo quindi alle classi di acidi grassi Omega 6 e Omega 3, dei particolari acidi grassi che i nostri cani e gatti devono assumere tramite l’alimento perché incapaci di sintetizzarli da soli (sono cioè essenziali).
Fra le caratteristiche che definiscono il gatto come un carnivoro stretto vi è proprio l’essenzialità dell‘acido arachidonico, un Omega 6 (definito dalla formula 20:4) presente guarda caso in quantità proprio nei tessuti di origine animale.  Il cane invece, pur essendo un carnivoro opportunista, riesce a sintetizzare acido arachidonico da solo e non è quindi essenziale per questa specie.

Semplificando molto (i nutrizionisti non me ne vogliano), possiamo dire che una volta entrati nella composizione delle membrane sotto forma di catene di fosfolipidi, gli acidi grassi Omega 3 (in particolare EPA e DHA, molto molto meno l’ALA) concorrono a rendere la membrana stessa più fluida, mentre gli Omega 6 sono quelli che tendono a renderla più rigida. Ora, anche senza essere scienziati, appare evidente come una struttura tanto più è rigida, tanto più ad un insulto reagirà rompendosi, mentre la capacità di essere flessibili/fluida rende più “adattabile” anche a forti stimoli esterni. Ci siete?

Ecco. Vi ho spiegato in poche parole come mai è importante avere un alto apporto di Omega 3 nell’alimentazione del nostro Amico. Rendere fluide le membrane è infatti un meccanismo di difesa da insulti di vario genere. Questa fluidità è solitamente intaccata dall’avanzare dell’età, che rendendo le strutture più rigide tende a rendere i nostri cani e gatti più suscettibili a molte malattie degenerative, al primo posto quelle neuronali e neoplastiche.


Una membrana cellulare fluida è una membrana cellulare sana!

Inoltre, qualora lo stimolo infiammatorio o ossidante arrivasse e riuscisse a rompere la membrana (tramite degli enzimi chiamati fosfolipasi), verrebbero liberati in massa gli acidi grassi che formano questa struttura. Nel caso in cui i lipidi siano per la maggior parte Omega 6 (pro-infiammatori) avremo un perdurare dello stimolo flogistico, mentre se venissero liberati in massa Omega 3 avremo un effetto anti-flogistico (= anti-infiammatorio). Fantastico no?
Per i motivi che vi ho brevemente descritto sopra quando andrete a leggere alcune etichette di mangimi commerciali o alcune ricerche, troverete indicato il rapporto Omega 6 : Omega 3 (di solito espresso da numeri come 10:1 o 5:1 etc.). Dato che come abbiamo detto gli Omega 6 sono contenuti ampiamente nei tessuti di origine animale, di cui non possiamo privare i nostri Amici, appare evidente come l’unico modo per rendere favorevole questo rapporto sia aumentare considerevolmente la quota di Omega 3 in forma attiva, vale a dire EPA e DHA.

I grassi saturi sono il diavolo?


Durante gli ultimi 50 anni è stata costruita e montata una guerra ai grassi in generale, rivolta in particolare ai grassi saturi e al colesterolo, che nell’immaginario collettivo sono diventati praticamente il diavolo nutrizionale. Vi consiglio di leggere questo articolo per dissipare i vostri timori prima di tutto, quindi concentriamoci sul ruolo di questi preziosi alimenti per i nostri carnivori domestici.

Cosa si intende per grassi saturi prima di tutto. Un acido grasso è sostanzialmente una catenella formata da atomi di carbonio. Le singole “catenelle” (acidi grassi) possono essere assemblate in modo diverso (es. fosfolipidi, come quelli della membrana cellulare, hanno una componente idrofilica ad una delle estremità, oppure i trigliceridi che sono 3 “catenelle” tenute assieme da una molecola di glicerolo). A loro volta poi queste catenelle di acidi grassi possono essere più o meno lunghe, cioè formate da un numero maggiore o minore di atomi di carbonio, e possono presentare un numero maggiore o minore di atomi di idrogeno. Per farla breve, se a ogni molecola di carbonio sono associate due molecole di idrogeno il grasso viene detto saturo, se manca uno di questi doppi legami si chiama monoinsaturo, mentre se ne mancano due o più parliamo di grassi polinsaturi.  Dato che ogni doppio legame crea una “piegatura” a livello di catenella (guarda la figura), i grassi composti per la maggior parte da grassi saturi (come il burro), tendono ad essere solidi a temperatura ambiente essendo più “rigidi” e ben ordinati, mentre i grassi che sono principalmente insaturi (come gli oli – olio di oliva, ma anche mais, girasole o altri) sono liquidi a temperatura ambiente.


Acidi grassi saturi e insaturi (link alla fonte dell’immagine)

Un modo facile per distinguere da quale tipo di acido grasso, se saturo o polinsaturo, è formato nella maggior parte l’alimento che stiamo andando a dare al nostro cane o gatto è quello di valutare se è solido o meno a temperatura ambiente. Burro, lardo e strutto sono composti soprattutto da grassi saturi, mentre gli oli sono polinsaturi. Qualche eccezione nella “denominazione”: quello che noi chiamiamo “olio di cocco” è in realtà formato per la maggior parte da grassi saturi.. e in effetti, a parte le giornate estive molto calde, è solido a temperatura ambiente!

Ma quindi, questi acidi grassi saturi, sono davvero così diabolici? bene, no. Gli acidi grassi saturi possono avere diversi vantaggi nella nutrizione di cani e gatti. Prima di tutto infatti alla categoria dei grassi saturi appartengono molti grassi di origine animale, estremamente appetibili, che possono migliorare l’assunzione di alimento in tutti quei pazienti oncologici oppure nei gatti che abbiano problemi ad accettare una dieta fresca (per fare due esempi). Secondo poi, sono maggiormente resistenti all’ossidazione, quindi ad esempio è possibile che se scegliete un alimento commerciale a base di pesce (ricco di acidi grassi polinsaturi) questo si rovini prima ossidandosi e causando problemi al vostro cane gatto, rispetto a uno a base di carne e grasso bovino (ricco di acidi grassi saturi). Attenzione, non sempre è così, ma è possibile.


Distinzione dei vari acidi grassi in saturi, monoinsaturi e polinsaturi. (Immagine originale qui)

Altro mito da sfatare è che gli acidi grassi saturi facciano ingrassare maggiormente: assolutamente falso! Anzi, generalmente i grassi saturi, essendo maggiormente ricchi di molecole di idrogeno come abbiamo visto, vengono “letti” dal nostro e loro organismo come energia pronto uso, essendo quindi bruciati immediatamente. 

Nei grassi inoltre sono veicolate le vitamine liposolubili e altri costituenti minori essenziali per la salute dei nostri Amici. L’olio extravergine di oliva ad esempio contiene oltre 200 componenti minori fra steroli, fenoli, polifenoli, tocoferoli e altre sostante antiossidanti. Anche il burro è stato enormemente rivalutato negli ultimi anni, specialmente il burro proveniente da animali al pascolo è infatti particolarmente ricco di una vitamina liposolubile però assolutamente sottovalutata che è la Vitamina K2.  Questa vitamina è al centro di moltissimi studi in medicina umana, dimostrandosi sempre di più come un potente antiaging. Ne parleremo sicuramente in modo approfondito più avanti, per ora vi rimando a questo interessante articolo.


Due copertine del Time a confronto: 1984 – comincia la grande demonizazzione dei grassi – 2014 è intitolata “Mangiate il burro”

Infine, fra gli acidi grassi saturi rientrano anche gli acidi grassi a media catena (MTC), di cui è ricco l’olio di cocco, che sono fra l’altro un nutriente fondamentale per le cellule del nostro intestino. Gli MTC hanno innumerevoli benefici, fra cui vi ricordo uno di quelli per me di maggior interesse: hanno dimostrato nel cane di ridurre le crisi epilettiche nel cane.

Nella pratica: quali grassi o oli preferire per l’alimentazione dei nostri Amici?


Partiamo prima di tutto dal presupposto che la variabilità è sempre la base di una dieta sana e che quindi è altamente sconsigliabile dare in modo fisso un determinato alimento, che esso sia una fonte proteica, di carboidrati o di grassi. Detto questo vediamo quali sono quelli che posso certamente consigliarvi per l’alimentazione di cane e gatto e quali sono invece quelli che preferisco evitare.

OLI & GRASSI Si


 Gli oli e grassi che si possono usare tutti i giorni per l’alimentazione di cane e gatto, facendo però sempre attenzione a ruotare fra uno e l’altro perché alla base della salute vi è sempre la variabilità:

  • Olio extravergine di oliva – primo fra tutti, specialmente se italiano e di buona qualità. Come abbiamo detto è ricchissimo di antiossidanti e – se ottenuto da spremitura a freddo – è davvero una “spremuta” di salute.

  • Olio di cocco – ricchissimo di acidi grassi a media catena (MTC), come abbiamo detto l’olio di cocco è un prezioso nutriente per le cellule della mucosa intestinale, specialmente del primo tratto di intestino. Buona fonte, poco appetibile però purtroppo, specialmente per i gatti.

  • Burro – meglio se proveniente da animali al pascolo come dicevamo. Il burro, demonizzato per tanti anni, è in realtà un grasso estremamente appetibile, ricchissimo di vitamine e minerali traccia ed è ricco di acidi grassi a media e corta catena (ac.butirrico), nutrienti della mucosa intestinale. 

  • Grassi animali –  sego (grasso di vacca), strutto e lardo (grasso di maiale) possono essere ottimi. Fra i tre quello maggiormente ricco di grassi saturi e quindi conservabile per più tempo è il sego, mentre il lardo proveniente dai moderni allevamenti è generalmente molto ricco di grassi mono e polinsaturi. Ricordate che la provenienza da animali che mangiano erba vi garantisce sulla “bontà” dei costituenti il prodotto finale.


OLI & GRASSI NI


Sono “NI” tutti quelle fonti di lipidi che possono essere utilizzate saltuariamente per l’alimentazione dei nostri Amici, ma che preferirei non fossero proprio giornalieri. Qualche esempio:

  • Olio di girasole, soia o mais SOLO se BIOLOGICO –  fermi tutti, non vi spaventate. Li segno molto spesso nelle diete, ma è impossibile non ricordare i “contro” degli oli di semi. Mentre l’olio di oliva da spremitura a freddo viene infatti ottenuto in genere con un processo di “torchiatura” dell’oliva, gli oli di semi sono ottenuti con solventi a partire da semi vegetali di varia natura. L’olio è quindi sottoposto a raffinazione per eliminare le mucillagini, deodorarlo e decolorarlo. In pratica durante questo processo industriale alcune delle sostanze preziose presenti nel seme oleoso vanno perse, rendendo questi prodotti di scarso interesse nutrizionale. Inoltre, se NON provengono da semi da coltivazione biologica questi oli sono ricchissimi di fitofarmaci per cui vanno evitati nel modo più assoluto. Altra indicazioni importante devono essere conservati, se volete usarli, in bottiglia di vetro e NON in plastica (leggete qua)

  • Olio di lino – già, non ci crederete, ma per me è un “ni”. Non è assolutamente un olio da evitare, specialmente se bio, spremuto a freddo e conservato in bottiglia di vetro. D’altra parte però non me la sento neanche di consigliarvelo fortemente, essendo ricco sia di ALA (un Omega 3 quindi “buono”), ma anche di LA (acido linoleico, un Omega 6 pro-infiammatorio quindi). Ricordiamoci che, se stiamo dando ai nostri cani e gatti un’alimentazione da carnivori, ricca cioè di proteine animali, staranno già ricevendo un alto apporto di Omega 6 dalla carne e non avranno bisogno di aggiungerne ulteriori, mentre sarà importante bilanciare gli Omega 3.


OLI & GRASSI NO


Sono gli oli e grassi che sconsiglio vivamente di dare, anche in modo saltuario ai nostri cani e gatti:

  • Margarina – no no no, la margarina è un olio idrogenato, cioè olio a cui sono stati aggiunti artificialmente atomi di idrogeno per renderlo saturo. Ricca di grassi trans, assolutamente dannosi per la salute, la margarina è stata spacciata per molto tempo come “più salutare del burro”, subendo processi di raffinazione industriale è assolutamente da evitare.

  • Olio di salmone – l’olio di salmone, pur essendo teoricamente molto ricco di Omega 3, è da evitare per vari motivi. Primo fra tutti un motivo ambientalista, di cui non possiamo non tener conto. Tutto il salmone in vendita (o quasi) proviene infatti da allevamenti in mare, che sono attualmente considerati una delle maggiori fonti di inquinamento delle nostre acque. Il salmone allevato, cresciuto con farina di pollo (doppio inquinamento e orrore), viene inoltre bombardato di farmaci e antibiotici, potenzialmente riscontrabili poi nel grasso dell’animale (specialmente se venduto come prodotto per cani e gatti e quindi meno controllato). Infine, per l’olio di salmone valgono anche molte considerazioni riguardo altri contaminanti, come i metalli pesanti. Insomma.. NO! ? Neanche se vi scrivono in etichetta “da salmone selvaggio”, perché onestamente non credo che un prodotto come il salmone selvaggio, venduto sul mercato umano a 40 euro al kg circa e considerato in via di estinzione, possa finire in un prodotto per cani e gatti a buon prezzo. Se volete gli Omega 3 usate una buona perla, ben concentrata.

  • Olio di fegato di merluzzo – olio che si ottiene dal fegato di Gadus morhua, il merluzzo bianco tipico dell’Oceano Atlantico settentrionale. Non lo amo perché è ricco di Omega 3 e vitamine, ma anche di Omega 6 (che abbiamo detto essere pro-infiammatori). Inoltri, una “spremuta” dell’organo di filtro per eccellenza, se non ben distillato, potrebbe a mio avviso contenere diverse sostanze tossiche. Bocciato quindi.