Linee guida per le vaccinazioni e titolazione anticorpale: le novità per cane e gatto

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Fresca fresca dell’incontro a Napoli sabato scorso con il professor Michael Day, questo mercoledì parliamo delle nuove Linee guida WSAVA 2015 per le vaccinazioni di cane e gatto. Vedremo come, una volta di più, queste linee guida mandino definitivamente a casa il concetto della ripetizione annuale ed indiscriminata di tutti i vaccini. Fra le basi per una vaccinazione mirata e consapevole vedremo anche l’importanza della titolazione anticorpale. Conoscere è potere! ?



Vaccinare o non vaccinare, this is the question? ? E soprattutto, quanto vaccinare? Contro quali malattie? Quanto frequentemente è necessario vaccinare il mio cane o il mio gatto affinché sia protetto dalle più comuni malattie infettive? Esistono dei mezzi per sapere SE il mio cane o gatto è protetto ed evitare così nuove vaccinazioni? Dubbi amletici che speriamo di risolvere con questo articolo, spero leggero, anche se il tema di cui parleremo è abbastanza complesso.


Abbiamo già visto in questo articolo del blog scritto dalla dr.ssa Batti QUALI siano nello specifico le malattie infettive cui possono andare soggetti i nostri Amici e per le quali sono ad oggi in commercio dei vaccini. Ancora prima poi, in quest’altro articolo, avevamo parlato di COSA è un vaccino e come agisce nello specifico per stimolare la risposta immunitaria e dare protezione. Oggi chiudiamo il cerchio, parlando delle attuali linee guida proposte per la vaccinazione del cane e del gatto e, soprattutto, di come evitare l’iper-vaccinazione.



Prima di cominciare è importante comprendere come quelle che vi propongo in questo articolo sono solo ALCUNE delle linee guida che esistono a livello scientifico internazionale per il cane e il gatto, cioè quelle proposte dalla World Small Animal Veterinary Association (WSAVA). Esistono altre linee guida di altre associazioni, ma il punto di forza di quelle WSAVA è quello di aver cercato di trovare dei punti di incontro validi in tutto il mondo. Certo, questo è anche un punto debole però: difficile accomunare la situazione italiana con quella cinese o cilena! il mondo è vasto! È assolutamente necessario quindi e una volta di più AVERE FIDUCIA nel proprio Vet (come avrò già scritto mille volte), che proporrà il miglior schema vaccinale tenendo conto di moltissime diverse variabili. Le linee guida inoltre non sono legge: sono indicazioni scientificamente fondate, che il vostro Vet può decidere di seguire o meno. Voi certamente però siete liberi di chiedere PERCHÉ decide di non seguire le indicazioni che vi esporrò e .. di cambiare Vet se la risposta non vi convince! ?

Prima di cominciare, è importante introdurre una definizione. La WSAVA distingue i vaccini del cane e del gatto in core e non core. I vaccini definiti CORE sono quelli che virtualmente TUTTI i cani e TUTTI i gatti dovrebbero ricevere e includono quelle malattie verso le quali è decisamente auspicabile che il nostro Amico sia protetto perché sono malattie gravi e potenzialmente letali, o perché possono dare gravi strascichi durante la sua vita. I vaccini NON CORE sono invece quelli che, a seconda della reale situazione epidemiologica della zona e dello stile di vita del vostro Amico, il vostro Vet deciderà SE effettuare o meno la profilassi vaccinale. I vaccini non core vanno somministrati secondo linee guida il meno frequentemente possibile! Infine, la WSAVA evidenzia come alcuni vaccini debbano essere attualmente classificati come NON RACCOMANDABILI, perché non è presente alcuna evidenza scientifica della loro reale utilità.




I cuccioli assumono anticorpi protettivi dalla madre durante i primi giorni di vita

Un altro concetto generale molto importante, valido sia per cani che per gatti, è quello della presenza degli Anticorpi Materni (Maternal Anti-Bodies, MAB). Come ciascun compagno di cane e gatto sa, cuccioli e gattini è necessario vaccinarli più volte. Come mai? Il motivo principale è che ciascun cucciolo e ciascun gattino  alla nascita assume con il colostro materno una quantità di anticorpi MAB, che servono a proteggerlo durante le prime settimane di vita. Questi anticorpi sono ovviamente importantissimi, ma al contempo la loro presenza in circolo può interferire con le vaccinazioni che noi Vet andiamo a fare. Direte voi “ma tanto è protetto, va bene uguale!”. Se per le primissime settimane di vita questo è in linea di massima vero, gli anticorpi con il passare delle settimane cominciano a scendere, fino ad arrivare ad un punto chiave in cui smettono di essere in numero necessario da essere protettivi. Direte voi “bene, allora qui vacciniamo!”. Purtroppo abbiamo due problemi: 1. da una parte non è facile conoscere esattamente questo momento per ogni cucciolo, dato che dipende da quanto colostro ha assunto (di solito comunque è a partire dalle 8 settimane di vita) 2. dall’altra esiste un così detto “periodo finestra” (compreso di solito fra le 8 e le 10 settimane) in cui i MAB non sono abbastanza da proteggere il nostro piccolo Amico, ma sono però ancora sufficienti a bloccare il vaccino! Bel casino vero?! Beh, vediamo come ovviare a questo problema!



CANELINEE GUIDA PER LA VACCINAZIONE DEL CANE


I vaccini CORE per il cane sono il vaccino contro la Parvovirosi (CPV-2, Canine ParvoVirus tipo 2), il Cimurro (CDV, Canine Distemper Virus) e l’Epatite infettiva (CAV, Canine AdenoVirus). Come abbiamo visto i vaccini che la WSAVA definisce CORE sono quelli per i quali tutti i cani andrebbero vaccinati. In effetti, come già detto nel nostro articolo, queste malattie sono potenzialmente letali, specialmente per i cuccioli. Il cimurro e l’adenovirosi o epatite infettiva poi, possono provocare gravi ripercussioni sulla vita del nostro cane, anche in seguito a guarigione. La parvovirosi, malattia altamente contagiosa anche perché il virus che la causa resiste moooolto a lungo nell’ambiente (parliamo anche di 10 anni), ha un’altissima mortalità nei cuccioli molto piccoli. Fra le ripercussioni a lungo termine ricordiamo anche la possibile insorgenza di Reazioni Avverse al Cibo. Insomma, contro queste malattie il nostro Amico DEVE essere protetto.



I vaccini CORE hanno dimostrato di provocare una protezione assai “longeva”. Secondo alcuni studi infatti, dopo una corretta immunizzazione primaria, un cane rimane protetto contro queste tre malattie anche per 9-14 anni! A fronte di questi studi, in via precauzionale, la WSAVA consiglia di ripetere il vaccino NON PIÙ FREQUENTEMENTE di ogni 3 anni. Per quanto riguarda le valenze non core invece la durata d’azione dei vaccini è minore e si attesta attorno ai 12 mesi. Quando necessario quindi questi vanno ripetuti annualmente

Vaccini NON CORE per il cane sono essenzialmente quello per il virsu della Parainfluenza canina (CPiV), quello contenente Bordetella Bronchiseptica (uno degli agenti della così detta “tosse dei canili”), Borreliosi e Leptospirosi. I vaccini non core devono essere effettuati solo “quando il gioco vale la candela“, vale a dire quando il beneficio scaturito dalla protezione per quella malattia viene considerato più alto del rischio del vaccino. Esempi? Ad esempio, il rischio di contrarre una delle leptospire patogene può essere considerato notevole in un cane che vada a farsi il bagno in un lago durante i fine settimana estivi (la leptospira vive molto bene nelle acque dolci e stagnanti), ma sarà al contrario molto basso per un cane che viene portato a spasso 2 volte al giorno nel centro di una città.


Sui non core ci sarebbe tanto da scrivere, perchè proprio questo è il punto “dolente” per voi proprietari, dove potete solo fare affidamento sulle conoscenze e sulla buona fede del vostro Vet di fiducia. Se infatti i vaccini core vanno fatti (il gioco vale sempre la candela, dicono quelli della WSAVA, e io condivido), sui non core bisogna fare una reale valutazione costi benefici che NON può prescindere da solide conoscenze scientifiche. Esempio? Il professor Michael Day, uno dei Vet che hanno stilato le linee guida, consiglia di vaccinare i cani contro il virus paraninfluenzale canino SOLO se questi si devono recare in una pensione per cani perché il proprietario parte (o comunque in una situazione di sovraffollamento). Questa indicazione è già ovviamente MOLTO più restrittiva rispetto a quanto praticato da molti colleghi al momento: forse non lo sapete infatti, ma nel famoso “vaccino eptavalente” che protegge da 7 malattie del cane e che viene di prassi ripetuto annualmente è inserita anche questa vaccinazione non core. Quindi: molti Vet la ripetono annualmente, le linee guida WSAVA consigliano di farlo SOLO SE l’animale è esposto, io ad i miei clienti spiego bene la situazione e valuto se il gioco vale la candela o meno, anche se il cane dovesse essere esposto. La tracheobronchite provocata da questo virus, assieme a molti altri agenti patogeni, fra cui anche Bordetella bronichiseptica, è infatti una malattia in genere autolimitante (cioè si conclude da sola nel giro di 3-10 giorni) e che può essere trattata con terapie naturali o, al limite, antibiotiche se si presenta in una delle rare forme gravi a coinvolgimento bronchiale. IN GENERALE, attenzione, leggete bene! Ogni cane è a se, ogni valutazione è a se, ma per me prevale in questo caso il beneficio dell’evitare una vaccinazione sulla reale possibilità di contrarre una patolgia comunque GENERALMENTE non grave. Quindi? fiducia! Solo la fiducia nel vostro Vet è la soluzione, lasciate perdere gruppi on-line, chiacchere al parchetto o “doctor Google”.


Ora, con quale schema quindi possiamo vaccinare i nostri cani? Vi propongo quello stilato in queste linee guida della WSAVA. Punto principale: una corretta immunizzazione primaria, cioè il primo ciclo vaccinale, quello che di solito si fa da cuccioli, deve essere fatto correttamente in modo da stimolare una buona immunità.




Linee guida proposte dalla WSAVA per la vaccinazione del cane

Mentre un tempo si riteneva che per avere una buona immunità fossero necessari diversi richiami, di cui ciascuno aumentava l’effetto della vaccinazione (effetto booster), ora questo pensiero è stato rivisto alla luce di nuove conoscenze. Non ci interessa ripetere per aumentare l’immunità: anche un solo intervento vaccinale può essere sufficiente. Il problema sono i MAB, gli anticorpi di derivazione materna. A causa della loro presenza in circolo e alla loro capacità di interferire con la vaccinazione bloccandola, sarà necessario effettuare l’ultimo intervento vaccinale nel cucciolo DOPO le 16 settimane. Allo stesso modo, non ha senso effettuare un test per la ricerca di anticorpi PRIMA delle 20 settimane, oltre le quali saremo finalmente certi che SE troviamo anticorpi con il nostro test vuol dire che il cucciolo è protetto.



I test di titolazione anticorpale


Mentre un tempo non era possibile sapere SE un cane aveva risposto bene alle vaccinazioni core se non mandando un campione di sangue in laboratorio, sono attualmente disponibili sul mercato dei kit ambulatoriali rapidi che in 20 minuti permettono di conoscere il reale stato di copertura da Cimurro, Epatite e Parvovirosi di un cane. Si dovrà effetuare un piccolo prelievo di sangue che verrà poi messo a contatto con alcuni reagenti. Un risultato negativo al test ci indicherà che il nostro Amico ha scarsi o nulli anticorpi e la sua rivaccinazione sarà quindi consigliata, mentre una positività al test indica la presenza di anticorpi circolanti che, per queste specifiche malattie, significa anche avere una buona immunizzazione.


Quando è importante effettuare un test di titolazione anticorpale? Beh, in diversi casi. Vediamone assieme alcuni:




  • al compimento del 6 mese di età per verificare la buona riuscita del piano vaccinale del cucciolo

  • ogni 3 anni al posto della vaccinazione CEP

  • quando adottiamo o troviamo un cane di cui non conosciamo lo stato di immunizzazione

  • quando il nostro Amico diventa anziano

  • se dovesse verificarsi un focolaio di malattia nella zona dove viviamo per verificare la protezione del nostro Amico


Il test è rapido, sicuro e ben validato scientificamente. A parte il piccolo momento del prelievo non è stressante né doloroso. Non ha alcun effetto collaterale. Insomma, mi sembrano tutte buone e valide ragioni per preferire fare il test piuttosto che la vaccinazione “alla cieca”.



GATTOLINEE GUIDA PER LA VACCINAZIONE DEL GATTO


Vediamo assieme ora quali sono le linee guida WSAVA per la vaccinazione del gatto. I vaccini considerati CORE, quindi da effettuare a tutti i gatti, sono quelli che proteggono da virus della Panleucopenia felina (FPV, Feline Panleukopenia), virus della Rinotracheite infettiva (FHV-1, Feline HerpesVirus tipo 1) e calicivirus ( Feline Calicivirus, FCV). Anche in questo caso i vaccini sono definiti core, e quindi altamente raccomandati, perché le malattie contro cui proteggono sono altamente contagiose e gravi (Panleucopenia) o invalidanti per la vita dell’animale (herpes e calicivirus).


Per quanto riguarda due vaccini core del gatto però questi non offrono una protezione solida come quelli core del cane. Dei 3 che abbiamo nominato sopra infatti, solo quello per la Panleucopenia protegge a lungo (come quello per il parvirus del cane, di cui fra l’altro è parente strettissimo), mentre Herpesvirosi e Calicivirosi hanno bisogno del richiamo annuale SE il nostro gatto è ad alto rischio. Per gatti di casa (“gatti a basso rischio“) invece possono essere richiamati tutti e tre i core NON più frequentemente di ogni 3 anni.


Il vaccino NON CORE più importante del gatto è quello contro la Leucemia Infettiva (Feline Leukaemia Virus, FeLV). Questo vaccino va valutato attentamente sopratutto per i gatti “ad alto rischio“, cioè per quei gatti che vivono sia in casa che fuori e che possono avere frequenti contatti con altri gatti. Nel caso si decida che “il gioco vale la candela“, il vaccino per la FeLV deve essere richiamato ogni anno. Importante: prima di iniziare il protocollo vaccinale per FeLV è decisamente opportuno testare il nostro gatto per quel virus con uno dei test rapidi presenti sul mercato: se il virus è già presente sarà infatti inutile vaccinare!




Linee guida WSAVA per la vaccinazione del gatto

Per il gattino, come per il cucciolo, vale quindi la regola di progettare il protocollo vaccinale in modo tale da superare il “periodo finestra” in cui gli anticorpi assunti con il colostro sono ancora troppo presenti da garantire che il vaccino funzioni, ma troppo poco presenti per garantire una protezione. Al contrario del cane però effettuare una titolazione anticorpale può risultare abbastanza complesso. Prima di tutto certamente per la maggiore difficoltà e l’alto grado di stress che comporta un prelievo di sangue in un gatto. Secondariamente (ma non troppo), anche perché se è vero che trovare anticorpi per la Panleucopenia vuol dire che il gattino è protetto da questa malattia, questo non vale per Rinotracheite e Calicivirosi: il gattino potrebbe non avere anticorpi circolanti MA avere comunque una buona protezione, non vi è cioè correlazione.



FISS – Sarcoma felino al sito di inoculo



Il peggior punro dove praticare un’iniezione di qualsiasi farmaco in un gatto : fra le scapole!

Come avevamo già accennato qui, i gatti sono purtroppo particolarmente soggetti ad un tipo di tumore, chiamato sarcoma felino al sito di inoculo (FISS). Questo tipo di tumori, particolarmente infiltrante e maligno, è stato correlato in modo ormai abbastanza chiaro con l’iniezione di farmaci, fra cui anche i vaccini. Sembra che l’infiammazione cronica localizzata possa dare inizio ad una trasformazione maligna, anche se ovviamente NON tutti i gatti sviluppano FISS (circa 1:5000 secondo alcuni dati). I vaccini maggiormente a rischio sono quelli che contengono adiuvanti, cioè sostanze atte a potenziare l’effetto del vaccino. Quindi, quali possono essere le indicazioni per evitare questo problema? Prima di tutto vaccinare e comunque somministrare al gatto il minor numero di farmaci possibile per via iniettiva! La scelta del tipo di vaccino e del luogo di somministrazione saranno poi un altro aspetto di cui il vostro Vet terrà conto.



Rabbia etc.… E LA RABBIA? LA LEISHMANIOSI?? 


Come mai non ho nominato nè rabbia nè leishmaniosi fin’ora? Entrambe queste malattie sono infettive e contagiose. Fatto ancora più importante possono essere trasmesse dagli animali all’uomo (zoonosi). Spendo due parole rapidamente per entrambe.


La rabbia non è attualmente presente in Italia, anche se alcune zone al confine potrebbero vedere volpi o altri carnivori selvatici “importarla” nei nostri territori. Quando vaccinare quindi per la rabbia? In Italia non vige nessun obbligo di vaccinazione antirabbica al momento su scala nazionale, anche se la vaccinazione può essere richiesta localmente. È obbligatorio vaccinare contro la rabbia poi per poter viaggiare con il proprio Amico (attenzione: la vaccinazione deve essere effettuata almeno 4 settimane prima del viaggio). Alcuni paesi richiedono poi che l’ultima vaccinazione antirabbica sia datata non più di 11 mesi prima il passaggio della frontiera, anche se alcuni vaccini sono registrati con durata ALMENO triennale (incogruenze… ? !). Altra situazione in cui potrebbe tornarvi utile è nel caso di cane mordace: secondo il regolamento di polizia veterinaria del ’54 infatti, ogni cane non vaccinato contro la rabbia che morde un essere umano deve essere tenuto in osservazione (agli arresti domiciliari) per 10 giorni per verificare se compaiono sintomi di rabbia (il cane poteva essere ciè nel periodo latente). Essendo uno dei vaccini che più frequentemente è stato associato a FISS è consigliabile non ripetere la vaccinazione antirabbica più dello stretto necessario.




Sembrano lucciole o un cielo stellato?? E invece è Leishmania infantum al microscopio durante un test IFI

E per quanto riguarda la Leishmaniosi? Dal 2012 è presente in Italia infatti un vaccino inattivato con adiuvanti. Beh, qui il discorso è abbastanza complesso. In pratica, essendo un vaccino proposto solo in un’area ristretta del mondo (mediterraneo), la sua messa in commercio ha necessitato di controlli molto più blandi e permangono ancora molti dubbi circa la sua reale efficacia per la protezione del cane dalla leishmaniosi. La WSAVA non si pronuncia in merito in modo esaustivo, ma sottolinea piuttosto come le evidenze scientifiche a favore di questo vaccino non siano ancora abbastanza forti. In attesa di approfondire il tema vi rimando a questo articolo.



Tirando le fila di questo discorso, se tutto vi sembra complicato, beh, sappiate che lo è ancora di più. Ogni Vet dovrà decidere in base allo stato di salute del tuo cane o gatto quale piano vaccinale scegliere. Dovrà poi scegliere quale vaccino inoculare, tenendo a mente che “primum non nocere”, ma certo allo stesso tempo deve essere un vaccino che garantisca una buona immunità. Poi dovrà decidere in quale punto somministrarlo, per ridurre possibili effetti avversi. Tutto questo ammesso e non concesso che ritenga, basandosi sulle sue conoscenze di medicina e fisiologia, che il tuo Anima-le sia in grado di affrontare una vaccinazione OGGI. Complesso? certo! Per questo, quando pagate “un vaccino” non pagate IL vaccino. Pagate tutto il resto! ?

Rispettare queste linee guida su scala nazionale certo richiede un’ enorme cambio di mentalità e uno sforzo per noi Vet. Parte di questo cambio però dipende strettamente da voi, proprietari, anzi, compagni di vita di cani e gatti. Sta a voi comprendere che un vaccino non è solo un’iniezione; che è importante vaccinare con oculatezza; sta a voi cercare Vet che lo facciano; sta a voi comprendere l’importanza della titolazione anticorpale e chiedere al vostro Vet di impegnarsi in questa direzione. Dobbiamo essere promotori di cambio! Infine, ricordatevi che il vostro Amico non parla! Per questo è fondamentale portarlo comunque a visita del vostro Vet ogni anno. È la visita la parte importante, la decisione di fare o non fare vaccini quell’anno verrà di conseguenza. Non pensate che “se non fa la puntura non ha fatto nulla.


Buona notte e, se avete voglia di una lettura leggera per scaricare la tensione di questo post così formale, vi consiglio di leggere il post di Psydog (alias del dr. Paolo Margaira) su Facebook riguardo le vaccinazioni: buona lettura! ?


Fonti: 


Day, M.J., et al., WSAVA Guidelines for the vaccination of dogs and cats 2015. Journal of Small Animal Practice, 2016. 57