Dieta fresca e variata: perché è importante anche per cane e gatto


 

Una dieta fresca e variata“. Questa è l’indicazione che ci sentiamo dare quando andiamo da un dietista o biologo nutrizionista per la nostra dieta. Ma perché è così importante variare? E se lo è per noi, perché non dovrebbe esserlo per cane e gatto? Vediamolo assieme in questo shot post tratta dalla mia pagina FB.

Trovo curioso a volte, anche ascoltando colleghi che stimo molto, sentire affermazioni tipo “se la dieta è bilanciata il cane può anche mangiare questo alimento tutto la vita“. Di solito questa affermazione è fatta in presenza di Reazioni Avverse al Cibo (RAC leggi l’articolo qui per capire cosa sono) di qualche tipo, dalla semplice diarrea o vomito a patologie gravi come il malassorbimento intestinale legato a IBD.

Lo trovo curioso perché a NESSUN medico verrebbe mai in mente di fare una simile affermazione. Qualsiasi medico o nutrizionista vi dirà (ci dirà, a noi bipedi) di “seguire un’alimentazione fresca e variata“. Fresca e ..VARIATA. Dunque perché il cane dovrebbe trarre beneficio o anche solo non ricevere danno da una alimentazione chiamiamola “monotematica“?

Di solito l’affermazione successiva, per tranquillizzare i proprietari, riguarda anche i gusti: al cane non importerebbe di mangiare tutti i giorni lo stesso cibo, con la stessa consistenza e gli stessi gusti. Anche in merito a questa affermazione e visto che i colleghi sono uomini di scienza mi piace chiedere “ma perché, quale studio scientifico ha appurato questo?” Dove troviamo scritto che per un cane il cibo non è, come per noi, un’esperienza tattile, olfattiva, gustativa e, in ultimo, ma non ultimo, EMOZIONALE?

(Dei gatti non parlo, perché loro sono meno “tontolotti” dei nostri cani: sono i Re e Regine della casa e saranno loro a comandare ai loro servi bipedi “il menu preferito” 

È vero. Così come non esistono studi scientifici per supportare la teoria del “monotematico”, non esiste per affermare il contrario. Purtroppo la realtà è che gran parte della ricerca scientifica viene mossa da interessi economici di qualche tipo (in tutti i campi) e dove l’interesse non ci sta (alimentazione fresca), gli studi semplicemente mancano.

MA .. credo di poter azzardare qualche ipotesi riguardo alla variabilità.

Perché è importante variare ANCHE LA LORO DIETA? A mio parere per diversi ordini di motivi:

1. Motivo ETOLOGICO: lo accennavamo sopra. Voi avreste voglia di mangiare diciamo gnocchi al sugo tutte le sere e le mattine? Oppure brodo con pastina? Oppure una croccante bruschetta? Quale che sia il vostro cibo preferito, la sensazione legata al mangiarlo non sarà mai piacevole se ripetuta tutti i giorni, per sempre. Ora, appurato che non credo che nessuno sia più disposto a pensare agli animali come a delle MACCHINE, ma piuttosto sappiamo bene che sono ESSERI SENZIENTI, perchè dobbiamo negar loro il benessere legato alla soddisfazione etologica (ed emotiva) legata al cibo? Un giorno si sgranocchia e sa di pollo, un giorno è morbido e sa di fegato, un giorno sa di carota, di sedano, di finocchio.. variare è picevole anche per loro (perché non dovrebbe esserlo??)

2. Motivo NUTRIZIONALE: “ma la dieta è bilanciata, la bilancio con un integratore multi-vitaminico”.. ora, a parte che torniamo al discorso originario: quale medico consiglierebbe un multi-vitaminico INVECE di una dieta variata? Credo, anzi, sono quasi certa, nessuno. Ma, anche togliendo questa motivazione, la domanda che io mi pongo e che, da un punto di vista scientifico, non ha risposta è: sì, ma io che garanzia ho sulla BIODISPONIBILITÀ di questi prodotti di sintesi? (Vale a dire, non sappiamo quanto e se vengono assorbiti e utilizzati: nessuno studio è mai stato fatto, che io sappia, in questa direzione).
Questa è una domanda importante in realtà, sopratutto per noi che ci occupiamo di nutrizione. Per questo preferisco bilanciare le diete utilizzando gli organi al posto dei multi-vitaminici, oltre, sopratutto, a consigliare di VARIARE la dieta.
[Mi raccomando: bilanciare è fondamentale. Variare come varieremo noi – tipo oggi pollo, domani manzo, poi maiale etc – non li mette a riparo da carenze: son CARNIVORI, hanno fabbisogni diversi dai nostri, è normale non capire COME bilanciare.. quello è il lavoro mio diciamo  – articolo sui pericoli della dieta casalinga sbilanciata qui ]

3. Motivo MICROBIOLOGICO: o meglio, legato al MICROBIOTA dell’apparato gastro-enterico (GE). Tutto l’apparato GE dei nostri animali, come il nostro, è popolato di microbi (virus, batteri, miceti e protozoi) che hanno un’importanza fondamentale nel mantenerci e mantenerli in salute (leggi qui aritcolo sui probiotici per approfondire il tema leggi ). Per molto tempo li abbiamo considerati quasi come dei “parassiti”, che, anzi, se eliminati a suon di antibiotici “era meglio”. Poi li abbiamo considerati dei commensali: ci stanno, qualche aiuto ce lo danno, vanno tenuti sotto controllo. Li abbiamo divisi in “buoni” e “cattivi”.
In realtà, secondo le ricerche emerse negli ultimi anni, specialmente in campo umano, ma in aumento anche in campo veterinario (per fortuna), questo microbiota, questa popolazione incredibile, gioca un ruolo importantissimo nel mantenimento della salute dell’intero organismo. E non è possibile semplicemente classificare le varie “famiglie” presenti in buoni e cattivi (manco fosse una favola per bambini, con i ruoli ben chiari).
Sembra che la SALUTE dell’organismo derivi non tanto dal singolo ceppo o dalla singola famiglia batterica, quanto piuttosto dal loro equilibrio. Attualmente l’indirizzo scientifico prevalente è quello di considerare il microbiota come un organo in più di qualsiasi organismo animale, con importanti ruoli anche endocrini e epigentici nel mantenimento della salute.

Ma veniamo alla VARIABILITÀ.

Il nostro modo per comunicare con questo “mondo” nel loro intestino è il cibo. Fornire un solo tipo di cibo, in modo ripetuto e continuativo, sia esso fresco o commerciale, tenderà a indurre la crescita e lo sviluppo di quelle popolazioni batteriche maggiormente capaci di digerire quegli alimenti. Questo è uno dei motivi anche per cui un cane abituato a mangiare una determinata marca di crocchette ad esempio, se mangia qualcosa al di fuori del solito “sta male” (diarrea, vomito etc.).
Ci sembra normale questo? Ci sembra sano? Possiamo definire salute un cane che ha bisogno di stare in uno stretto binario alimentare per non star male? Non credo.

Ma non solo. Il problema non è relativo solo all’oggi. Oggi sta male se mangia un pezzetto di carne caduto di tavola. No, il problema è anche domani. Cosa gli succederà domani se la popolazione di microrganismi deputati ad una serie infinita di compiti, non solamente nostri commensali, ma parte integrante del nostro e loro organismo, sono stati SELEZIONATI solo in una direzione? Quali mancheranno? Quali meccanismi si incepperanno? Non abbiamo ancora dati certi, come dicevo sopra, ma il microbiota e le interrelazioni con il resto dell’organismo vanno ben al di là del “locale”.

Ora, lo ripeto, son solo SUPPOSIZIONI per ora, magari indirizzate da studi scientifici, ma non ancora CONFERMATE da sperimentazioni o lavori specifici. Pur essendo solo supposizioni, io credo che nei prossimi anni, quando ripenseremo ad alcune nostre affermazioni come “il cane può mangiare sempre la stessa cosa” ci renderemo conto di come eravamo lontani dalla realtà, ancora presi da una mentalità parziale e meccanicista.

(E comunque sono supposizioni anche quelle del mangiare sempre lo stesso, dato che studi non ce ne sono  )

Mentre attendiamo conferma o smentita di queste “supposizioni”, quello che dico per tutti i miei pazienti, gatti e cani, è: VARIARE VARIARE VARIARE! 


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