Sarà che ultimamente l’epigenetica e la memoria emozionale sono uno dei miei temi preferiti, ma non posso non riportarvi una delle tesi più interessanti di cui mi sia capitato di ascoltare la discussione negli ultimi anni. Per questo vi invito alla lettura della dr.ssa Rossella Politi, laureatasi a Teramo con la Prof.Pia Lucidi in Tutela e Benessere Animale dal titolo “L’Eredità della Memoria Emozionale“.
“I nostri antenati hanno osservato per anni gli animali al fine di apprenderne il comportamento per soddisfare, inizialmente, quelli che erano ritenuti i bisogni vitali.
Con il passare del tempo, grazie all’intervento di coloro che sono classificati come i padri fondatori dell’etologia, lo studio del comportamento animale ha assunto una valenza sempre più scientifica e una rilevanza notevole.
Il mondo degli etologi è stato da sempre illuminato da quelle che sono le linee guida proposte da Darwin ed il suo concetto di selezione naturale, secondo il quale in una popolazione formata da organismi della stessa specie ogni individuo è diverso dall’altro facendo sì che le variazioni abbiano tutte le stesse probabilità di verificarsi. Il concetto di selezione naturale proposto da Darwin stesso, illustra la conservazione delle variazioni favorevoli, garantendo così la sopravvivenza e il successo riproduttivo agli individui che le presentano.
Una visione opposta è quella presentata da Lamarck, il primo scienziato che sviluppò una teoria coerente sull’evoluzione degli organismi ipotizzando che tutte le specie discendessero da altre specie. Lui stesso affermò che gli organi degli animali diventano più o meno sviluppati a seconda dello stile di vita dell’organismo e dagli stimoli provenienti dall’ambiente in cui questo cresce e si sviluppa. Non a caso Lamarck affermava che la vita, nelle sue forme più semplici, si originava continuamente per generazione spontanea.
Nell’ambito della biologia, hanno tuttavia sempre prevalso gli studi e le teorie Darwiniste e quelle Lamarckiane sono state accantonate e sminuite per molto tempo.
Qualcosa sta cambiando solo negli ultimi anni, dopo che sono stati fatti passi avanti nel mondo della genetica, arrivando sino alla scoperta di una nuova chiave di lettura che si cela dietro il nostro DNA: l’epigenetica, disciplina che ha come oggetto di lavoro le caratteristiche trasmesse da una generazione all’altra non riconducibili ai rispettivi genotipi ma ai meccanismi molecolari attraverso cui l’ambiente altera il grado di attività dei geni senza tuttavia modificare l’informazione all’origine.
L’epigenetica ha dunque riabilitato la teoria lamarckiana evidenziando la grande rilevanza degli adattamenti all’ambiente nel miglioramento genetico moderno. L’epigenetica è inoltre riconducibile al concetto di trasmissione della memoria emozionale: traumi, esperienze negative passate, paure o ansie possono essere trascritte nel nostro genoma e trasmesse alla prole, almeno sino alla quarta generazione, così come ha dimostrato un nuovo studio effettuato su alcuni topi e pubblicato poi sulla rivista “Nature Neuroscience” da Brian G Dias e Kerry J Ressler (2014) dell’Howard Hughes Medical Institute a Chevy Chase, nel Maryland, che ha introdotto un nuovo elemento per la comprensione dei meccanismi biologici che consentono di trasmettere alle generazioni successive non solo il patrimonio genetico, ma anche i comportamenti appresi.
Gli stimoli ambientali che un individuo incontra nel corso della vita influenzano il genoma mediante meccanismi epigenetici che regolano l’espressione dei singoli geni. Ma dove vengono immagazzinate tutte queste informazioni? In quella parte di DNA, circa il 98% del contenuto totale delle cellule, passato nella storia con il nome di “junk DNA” (“DNA spazzatura”), denominato così perché ritenuto privo di qualsiasi tipo di funzione biologica, senza sapere che in realtà al suo interno si cela un mondo da rivalutare, ricco di informazioni e pseudo-geni, interruttori che quando vengono azionati comportano determinate conseguenze ereditabili anche dalla progenie degli organismi che li sperimentano.”
Vi ho incuriosito spero, qui trovate la tesi completa scaricabile.
Grazie Rossella e in bocca al lupo per il tuo futuro!
Fonti:
Politi R., “L’eredita’ Della Memoria Emozionale“, Relatore Prof.ssa Pia Lucidi, Dott. Romolo Caniglia, Corso di Laurea in Tutela e Benessere Animale Tesi di Laurea in Fisiologia ed Etologia, aa 2016-2017