Pet food: come leggere un’etichetta di cibo per cane e gatto

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Va bene ok, fin’ora su questo blog non ne abbiamo parlato perché il mio naturale interesse è verso il cibo fresco, ma mi rendo perfettamente conto di quanto la lettura di un’etichetta di cibo commerciale, sia esso umido o secco (crocchette o scatolette per intendersi), possa essere importante per un compagno di cane o gatto. Vediamo assieme i punti più importanti che sarà bene controllare SE dovessimo decidere di dare un’alimentazione commerciale ai nostri Amici.. magari solo per qualche giorno in casi di emergenza ?



Partiamo dal principio. Quali sono quelle occasioni in cui un cibo commerciale può essere la scelta migliore per il nostro Amico? Ne abbiamo già parlato più estensivamente qui, ma riassumendo un’alimentazione a base di crocchette o cibo umido è preferibile solo in quelle situazioni in cui veramente non ci sia possibilità di fare altrimenti per il nostro Amico. Diciamo la verità.. un’alimentazione commerciale è comoda ed è per chi ritiene che “non conviene perdere tempo” per un’alimentazione fresca, detto brutalmente, ma è così! ?

Un’altra situazione in cui preferisco consigliare, come Medico Veterinario, del cibo commerciale rispetto a cibo fresco è quando la persona in questione NON voglia avvalersi di un medico veterinario o tecnico specializzato (veramente specializzato!! .. ne conosco uno solo, bravissimo, ma uno!) che lo aiuti nella formulazioni. Questo è vero soprattutto per la dieta casalinga, dove i rischi di carenze nutrizionali sono più alti, mentre riguardo la BARF .. beh, è molto meglio una crocchetta che una BARF fatta da un proprietario che non abbia voglia di mettersi a studiare e documentarsi PRIMA di iniziare. Anche lì i danni possibili son diversi, per cui è necessario impiegare QUANTO MENO qualche giornata di tempo per studiare un piano alimentare ..oppure anche qui, ricorrere ad un esperto che possa seguirvi.

Un alimento così colorato già mi indurrebbe a diffidare della qualità di queste crocche.

Apro e chiudo una parentesi velocissima. Non voglio essere polemica, MA un educatore cinofilo, un proprietario di negozio per animali, il tuo vicino di casa, quello che “io ho cani da 30 anni”.. NON hanno le competenze in linea di massima per formulare una dieta. Diffidate dei “faciloni”!! I danni si possono fare e sono a volte irreversibili.  Ad onor di cronaca, neanche molti medici veterinari hanno sviluppato durante il loro corso di studi competenze in alimentazione casalinga del cane e del gatto e ho visto alcune amenità fatte o dette da colleghi, MA – sempre in linea di massima – un veterinario se vuole HA le fonti su cui basarsi per formulare correttamente: libri SCIENTIFICI, gruppi di studio, colleghi a cui chiedere etc..

Torniamo alle etichette. Appurato quindi che per qualche giorno solo siamo costretti a scegliere un mangime commerciale per il nostro Amico, come fare? Ormai i negozi traboccano di nuove linee commerciali e spesso io stessa perdo il conto fra le mille nuove proposte che nascono ogni giorno. Vediamo quindi quali possono essere delle indicazioni di massima per orientarci in mezzo a tante possibilità.

 

Prezzo


Sembra una sciocchezza, ma state pur certi che se costa poco, sicuramente non siete davanti ad un prodotto di qualità. Ovviamente, capiamoci bene, non vuol dire il contrario. Cioè, se costa poco quasi sicuramente fa schifo, ma NON è che se costa molto allora vuol dire che sia buono! Anzi.. spesso trovo alcuni prezzi davvero ingiustificabili. Peròeliminando la fascia troppo bassa di prezzo avremo già escluso circa i 3/4 delle proposte che potrete trovare in un supermercato e probabilmente almeno la metà di un pet shop medio.

 


Specie animale cui è destinato


Vale a dire: cane o gatto. Sembrano sciocchezze, ma è importante ribadire che la distinzione fra le due specie è importante, anzi, fondamentale. Un gatto infatti viene definito un “carnivoro stretto” a differenza del cane, detto “carnivoro opportunista“. Ho avuto purtroppo il caso di alcuni proprietari, soprattutto quelli che hanno molti gatti, che hanno pensato di poter sostituire le crocchette per gatti con quelle per cani per risparmiare un po’. Purtroppo questo può causare (e ha causato in questi casi specifici):

  • malnutrizione proteica data da insufficiente quota proteica dell’alimento

  • miocardiopatia dilatativa, degenerazione retinica e disturbi della feritilità dovuti a carenza dell’amminoacido taurina

  • cheratocongiuntivite secca, cataratta e disturbi riptroduttivi per carenza di vitamina A

  • anoressia, diarrea, perdita di peso, febbre, iperammoniemia da carenza di vitamine o amminoacidi specifici (niacina, arginina)

  • difetti congeniti e riproduttivi per carenza di acido arachidonico


Al contrario invece un alimento commerciale per gatti somministrato ad un cane ha come unico effetto collaterale un possibile aumento di peso, essendo tendenzialmente i mangimi per gatti più grassi e calorici rispetto a quelli per cani.

 

Alimento completo vs complementare


Questa piccola scritta aggiunta solitamente prima della lista ingrediente è obbligatoria per legge ed è assolutamente fondamentale che un proprietario la focalizzi. Per alimento completo si intende un alimento che risponde alle linee guida FEDIAF (linee guida stilate dalla Federazione europea delle industrie per gli alimenti per animali familiari basate su dati scientifici e tecnici) e che può essere somministrato in modo esclusivo al vostro Amico senza causare deficit o eccessi di nutrienti. Un alimento complementare invece è un alimento che NON è appunto completo, ma che è commercializzato come “accompagnamento” di una dieta completa,a cui deve affiancarsi. Questo tipo di alimenti (soprattutto cibo umido) se dato in modo esclusivo può provocare danni anche gravi. Occhio perché i gatti ne vanno matti e facilmente si potrebbe essere tentati di dare solo umido!
Ah, sfatiamo un mito che gira online, purtroppo ribadito da una di queste sedicenti figure “esperte” nell’alimentazione di cane e gatto: NON è vero che un alimento complementare basta somministrarlo in quantità maggiori perché sia completo. NON è assolutamente vero! Son due formulazioni distinte e quello che otterrete somministrandone di più sarà al limite un Amico obeso, ma che andrà comunque incontro a patologie nel lungo periodo.

Un’altra definizione che potrete trovare in etichetta è quella di mangime dietetico. La parola dietetico non si riferisce ad ipocalorico, non è cioè un alimento che va somministrato per far perdere peso al vostro Amico. Gli alimenti destinati a specifici fini nutrizionali, che il vostro Vet vi deve indicare o prescrivere, sono quelli che riportano questa definizione: alimenti ipoallergenici, per diabetici, per patologie renali, per patologie epatiche etc.

 

Altre indicazioni obbligatorie in etichetta



Fino ai 12 o 18 mesi di età , secondo la taglia, è importante prevedere un’alimentazione specifica per cuccioli o gattini!

Età – Anche questa sarà una sciocchezza, ma per esperienza: non scambiate crocche per adulti con quelle per cuccioli o gattini! Il rischio anche qui sono carenze nutrizionali. Occhio anche agli alimenti per cani e gatti anziani che vantano una restrizione proteica! Come abbiamo visto qui, in realtà diventando anziano il nostro Amico avrà bisogno di proteine di miglior qualità e persino di una maggiore quantità rispetto ad un adulto.

Modalità di impiego – deve essere inserito in ogni etichetta per legge la quantità e il modo di utilizzo. Quindi…… per favore… smettete di chiamare il vostro povero Vet chiedendo “ma di queste crocche quante devo darne al giorno?” come se noi potessimo avere a mente tutte le etichette di tutti i mille mila alimenti secchi e umidi del creato ? ? !!!

Ragione sociale del produttore, indirizzo e contatto telefonico per i clienti – per curiosità.. provate a chiamare e vedere se rispondono alle vostre domande ?

 

I tre punti fondamentali: lista ingredienti, dichiarazione analitica e additivi


Veniamo ai 3 punti fondamentali che davvero caratterizzano ogni alimento per cani o gatti. ps. se dalle spiegazioni che seguono non riuscite a trarre un’idea precisa.. beh sappiate che è normale! ? L’etichettatura degli alimenti destinati agli Anima-li è volutamente criptica, quindi..non siete voi, sono loro! ?

 

Lista ingredienti



Anche se nella lista ingredienti troviamo scritto “pesce fresco”, magari con una suggestiva immagine simile a questa affiancata, difficilmente sarà questa la vera qualità degli ingredienti

Primo punto: la lista degli ingredienti con cui viene formulato un alimento commerciale deve essere in Italiano per essere commercializzato nel nostro paese (quindi non vi perdere dietro a poultry,meat e quant’altro). Poi, fondamentale da sapere, le materie prime di un alimento per cane o gatto devono essere elencati, come quelli ad uso umano, in ordine decrescente. Questo vuol dire che il primo alimento è il più rappresentato, poi il secondo, poi il terzo etc..

Carne cruda, farina di carne o carne disidratata: che cambia? Anche se in una lista ingredienti ci può “suonare meglio” una dicitura come “carne cruda“, “trota fresca”, “carne di pollo fresca” dobbiamo sapere che questo spesso è un po’ un “trucco”. Un alimento fresco contiene infatti circa il 70% di acqua che in ogni caso andrà persa durante il processo di produzione (cioè verrà in qualche modo, prima o tardi, disidratata). Questo potrebbe far scivolare molto dopo in una lista ingredienti la nostra “trota fresca”. Per quanto riguarda carne disidratata e farina di carne, la differenza fra le due è legata al processo produttivo più che alla materia prima in sé. Entrambe infatti, sia farina di carne che carne disidratata sono costituite da farine di mammiferi, inclusi gli organi, ma esclusi (almeno teoricamente) sangue, pelo, piume, zoccoli, corna, becchi, pelle e contenuto dell’apparato digerente. La carne disidrata però conserva in modo migliore le caratteristiche nutrizionali grazie al processo produttivo cui è sottoposta, rispetto alla farina di carne.

Altri trucchi della lista ingredienti? Beh, uno è il contrario di quello che abbiamo visto prima per le proteine. I carboidrati sono spesso “spezzettati” in diverse fonti, in modo da non destare attenzione ai primi posti. Un esempio? Andiamo a leggere un etichetta e troviamo “farina di riso”, poi dopo qualche ingrediente “mais”, poi ancora più avanti “frumento” .. ecco, il gioco è fatto. Le singole percentuali sono basse, ma la loro somma sarà alta!

 

Analisi media o dichiarazione analitica


Per intendersi è quella lista che indica contenuto di umidità, proteine, grassi, ceneri e fibre espresse in percentuale sul totale del prodotto. Diamo un occhio, sempre in generale.

Contenuto di umidità: ovviamente un cibo umido conterrà % molto maggiori di acqua rispetto ad un secco. Questo che vuol dire? beh, che quando andiamo ad analizzare la % di proteine ad esempio dovremo tenerne in conto. Un alimento umido conterrà apparentemente un numero minore di nutrienti (le percentuali sono più basse), ma in realtà potrebbero essere più alte di un secco, se ci si ricorda che nel cibo umido è considerata anche l’acqua, praticamente assente nel cibo secco. Per le corrette %, in cibo umido e secco, possiamo sempre e comunque far riferimento alle linee guida Fediaf. 

Vediamo altri punti interessanti. Proteine e grassi. Dunque, se da una parte la % minima di proteine è stabilità dai valori Fediaf, ricordiamoci però che il conteggio fatto per i mangimi commerciali dei nostri Anima-li è molto impreciso. Un esempio? Anche il glutine è una proteina. Di origine vegetale, praticamente inutilizzabile dal nostro Amico, ma è una proteina e quindi viene conteggiata in questa % (e qui si torna all’importanza della lista ingredienti). Anche la cheratina è una proteina. Peccato che sia una proteina presente nelle piume, penne e pelo e che sia totalmente indigeribile. Non ci dovrebbe stare? bene. Ma se ci fosse, verrebbe conteggiata. Per quanto riguarda i grassi invece, consiglio i clienti che comprano i famosi “grain free” di fare attenzione alla % di grassi, solitamente molto maggiore, per via della loro possibilità di ossidarsi facilmente, compromettendo la salute generale del nostro Amico.
Le crocche, specialmente quelle grain free o low carb, devono essere conservate all’interno del loro sacco originale, non travasate in altro contenitore, in modo da preservare i grassi dall’ossidazione!

Una chicca importante riguarda le ceneri, vale a dire il residuo inorganico presente nel cibo commerciale per cane e gatto. In linea generale possiamo dire che la % di ceneri è inversamente proporzionale alla digeribilità di un alimento. Cosa vuol dire? Che più le ceneri son alte, peggio è ..e viceversa, quando controllo la “bontà” di un alimento commerciale guarderò il contenuto di ceneri per valutarne la digeribilità (a spanne).

Infine i grandi assenti.. acqua, proteine, grassi, ceneri e.. i carboidrati? dove son finiti? ? eh nulla, i carboidrati non sono riportati sulle etichette. Per sapere a spanne quanti ne sono presenti dobbiamo partire da un 100% totale e sottrarre tutte le diverse % considerate finora. Quello che rimane, a spanne, rappresenta il contenuto in carboidrati, che di solito è attorno almeno ad un 50% dell’alimento secco. Perché non meno? Perché ai nostri cani e gatti fanno bene i carboidrati? no! Perché sono utili per qualcosa? neanche. Semplicemente, meno di così il processo produttivo diviene difficile o impossibile.

 

Additivi


Dato che i processi di cottura, disidratazione, estrusione etc. denaturano o inattivano alcune componenti fondamentali di un alimento fresco, nel pet food saranno sempre aggiunti degli additivi. Gli additivi hanno inoltre alcune funzioni anche nella forma fisica, nel colore o nel profumo dell’alimento finale. Questi additivi possono essere categorizzati come tecnologici (ad es. conservanti), organolettici (che influenzano la percezione sensoriale del nostro Amico di colore, odore o sapore), nutrizionali (vtamine, oligoelementi) o così detti zootecnici (pre e probiotici). Le ditte non sono purtroppo obbligate a scrivere ESATTAMENTE quale conservante o additivo è aggiunto al prodotto.. mi pare logico no? ? Vedi la tabella per una valutazione sommaria.



 

Cosa NON ci è dato sapere?


Come ci siamo detti all’inizio, le etichette del cibo industriale di cane e gatto sono volutamente criptiche. Fra le informazioni che non ci è dato conoscere ve ne sono alcune fondamentali come la qualità effettiva delle materie prime e la loro digeribilità. Per quanto riguarda la qualità infatti della materia prima ok, troviamo scritto “trota fresca” ma questo non ci dice effettivamente nulla sulla sua qualità. Stesso dicasi per gli integratori vitaminici, non possiamo sapere nulla della loro qualità nella maggior parte dei casi.
Una buona attitudine nei confronti di un sacco di crocche o di una scatoletta di umido è quella di dare particolare valore a ciò che il produttore non sarebbe obbligato per legge a dirci, ma che invece include. Ad esempio un produttore che ci indica in modo indefinito “cereali” non potrà essere paragonato ad uno che ci dica esattamente se si tratta di riso, mais, frumento o altro. Stesso dicasi per le proteine: una cosa è leggere “carne e derivati”, altro è ad esempio “carne di manzo disidratata”. L’assenza di aflatossine, il nome o codice preciso dell’additivo utilizzato.. tutto ciò che il produttore si scomoda a farci sapere è un’indicazione di produzione “più seria” di uno che, pur rimanendo nei termini di legge, tenta di rimanere il più possibile “sul vago”

Per quanto riguarda la digeribilità, abbiamo una facile equazione da utilizzare: tutto ciò che esce da dietro non è stato utilizzato e quindi non era digeribile. Dalla quantità e dalla consistenza delle feci possiamo infatti capire molte cose, come abbiamo visto qui, fra cui anche la % di cibo che viene effettivamente digerito ed utilizzato dal nostro cane o gatto e quella che invece passa indisturbato e arrivia nel (diciamo) “prodotto finale”. Quindi, il vostro cane o gatto fa feci voluminose 3 o 4 volte al giorno? beh, le crocche o l’umido che state dando non sono probabilmente il top della digeribilità!

 

Le indicazioni fantasiose


Vediamo infine qualcuna di quelle indicazioni che io definisco fantasiose e che non hanno alcun riferimento chiaro legislativo che le identifichi.

Grain free – questa dicitura indica crocche (in genere) prive di frumento. Attenzione perché “senza frumento” non vuole dire “senza carboidrati“. Anzi! Come abbiamo visto non è possibile fare una crocca con meno del 40% di amidi, quindi ci saranno patate, piselli o altre fantasiose forme di amidi all’interno. Non abbiate l’illusione di avvicinarvi ad una dieta fresca veramente “no carb” (quindi senza carboidrati).

Low grain – vedi sopra ? per curiosità, ora che avete imparato come fare fate un conto di quanto vi costa questo “low” ?

Alimento naturale – oddio, naturale una blanda definizione ce l’ha. Si intende “naturale” un prodotto non ogm, che non ha subito trattamenti chimici (ma fisici si, quindi calore si ovviamente) e con l’aggiunta di soli additivi naturali. Ma per voi, questa definizione di naturale, incontra ciò che avete nella vostra mente? perché a me no!

.. ma cosa significa “olistico” riferito ad una linea di cibo commerciale per cane e gatto??

Alimento olistico – questo ancora devo scoprire nella testa del produttore che cosa vuol dire.. ma si vede che olistico suona bene! ? non ha nessun riferimento normativo, non è chiaro a che si riferisca!

Organici – traduzione dall’inglese “organic” cioè biologico. Attenzione, anche qui, se il produttore certifica che l’alimento è “biologico” non lo fa in base ad una normativa come la abbiamo in umana, per cui deve essere particolarmente corretto nell’indicare ogni singola fonte se proviene da allevamento o agricoltura bio o meno.

Ancestrale – bhooooo … perché, voi ci vedete un gatto selvatico a mangiare quelle favolose “crocche ancestrali“?? o un lupo?? anche questa è una definizione non chiara.

Human grade – cioè “adatto al consumo umano” .. scusa.. ma .. in che senso?? ? ok dai, da domani per colazione ci mangiamo tutti le crocche del nostro Amico nel latte invece delle palline di cereali solite! ? Ovviamente questa “auto-certificazione” si vorrebbe riferire agli ingredienti, MA non esiste nessuna norma chiara che ne controlli la veridicità.

Alimento BARF – questa è l’indicazione più assurda da trovare su una crocca o su una scatoletta di umido.. e vi assicuro che ci si trova. Come abbiamo visto qui, l’alimentazione BARF è basata su carne fresca non cotta. Come dovrebbe fare di grazia una crocchetta ad essere “barf”? ? Anche qui mistero.. e il legislatore lascia passare!

 

Una piccola conclusione


Finisco con una piccola conclusione. Vorrei ricordarlo anche qui, così come lo scrivo su tutte le diete che preparo per i miei pazienti. Cane e gatto NON sono stati fatti da madre natura per mangiare né cucinato, né senza ossa, né con carboidrati. I processi di estrusione o cottura a cui vengono sottoposti crocchette e cibi umidi denaturano amminoacidi e distruggono vitamine. Alimenti anche buoni hanno comunque percentuali di carboidrati elevate (almeno il 40% di una crocca!).  I fabbisogni di alcuni nutrienti come ferro, calcio e fosforo sono “tarati” sulla natura di animali carnivori che i nostri Amici ancora sono, fisiologicamente e anatomicamente. Quindi: se proprio dovete scegliere commerciale, scegliete il meglio!

E altrimenti.. passate ad una dieta fresca che da un punto di vista di salute il vostro Amico potrà solo guadagnarci! ?

 

 

Fonti: 

Tonini B., Fusi E. : “La difficile scelta dell’alimento migliore”, La Settimana Veterinaria, Speciale Alimentazione, n°928 – 9 settembre 2015 – pg 20-26