Tesi: Preferenze alimentari e profilo nutrizionale del gatto ferale

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Quali sono le preferenze alimentari e il profilo nutrizionale del gatto ferale? Possono essere presi come esempio per la formulazione di una dieta corretta anche per il gatto domestico? Epoca di tesi evidentemente, ma questa è davvero super! Vi lascio alla lettura del lavoro della dr.ssa Giovanna Lanciani, biologa e masterizzata come me presso l’Università degli Studi di Teramo in Nutrizione, Alimentazione e Dietetica Clinica del cane e del gatto!


Preferenze alimentari e profilo nutrizionale della dieta del gatto ferale come “modello evolutivo naturale” per il gatto domestico 

 “Il gatto domestico (Felis silvestris catus) è adottato come animale da compagnia in milioni di case e può essere considerato come uno dei più popolari in tutto il mondo. Come per l’uomo, negli ultimi anni sta crescendo l’attenzione da parte dei proprietari e, di conseguenza, delle industrie del pet food, verso una corretta alimentazione il più possibile “naturale” degli animali d’affezione; una dieta sana ed equilibrata, sempre più vicina a quella ottimale, esclusiva per le esigenze nutrizionali specie-specifiche, che garantisca all’animale un corretto sviluppo, un maggior benessere, una prevenzione delle patologie (ed un ausilio per la cura delle stesse) ed un aumento della sua speranza di vita.

A questi scopi, si stanno diffondendo ed ampliando, nel settore del pet food, gli studi relativi alle cosiddette “preferenze alimentari” degli animali d’affezione e della palatabilità dei cibi prodotti, che possono contribuire, tra l’altro, a migliorare la palatabilità, a volte ridotta, dei cibi specifici per animali affetti da patologie. La preferenza alimentare rappresenta un concetto ampio, descrivibile attraverso diverse definizioni “gerarchiche”, a seconda del livello di scala che si sta considerando. Se si considera l’animale in sé, essa può essere intesa come il risultato dell’interazione tra gusto e risposta post-ingestiva (Provenza, 1995a).

Ad un livello più ampio, considerando anche il contesto ambientale in cui l’animale vive, la preferenza alimentare può essere definita come il risultato dell’interazione dinamica tra ambiente e nutrizione, che si realizza per tutta la durata della vita dell’individuo e dell’esistenza di una specie (Provenza, 1995a). In realtà, la preferenza alimentare è solo una delle componenti di quello che è definito, in ecologia, “modello di selezione di uso delle risorse” di una determinata specie/popolazione animale (domestica o naturale) e che è costituito da tre componenti: le caratteristiche dell’animale (fisiologiche e comportamentali), le caratteristiche degli alimenti (proprietà fisiche e biologiche) e l’ambiente di interazione.

Negli ultimi anni, affianco alle metodologie classiche basate sulle sue proprietà organolettiche, nutrizionali e di texture dell’alimento e che misurano il suo livello di accettabilità e di appetibilità da parte dell’animale, si stanno utilizzando nuovi approcci e metodiche complementari che tengono conto anche degli aspetti comportamentali e dell’interazione con l’uomo, quali componenti importanti nell’influenzare le scelte alimentari degli animali d’affezione, sia in un contesto di laboratorio che casalingo. Sicuramente meno indagati sono invece gli aspetti ecologici, etologici ed evolutivi legati al comportamento alimentare specie-specifico dell’animale domestico oggetto di studio e del suo antenato selvatico.

La natura strettamente carnivora dei gatti è ben riconosciuta, così come sono noti i suoi peculiari adattamenti fisiologici e metabolici. Si presume che tali adattamenti evolutivi siano conseguenza di una nutrizione basata esclusivamente su tessuti animali; tuttavia c’è una scarsa informazione sul profilo dietetico-nutrizionale che ha determinato, nel corso dell’evoluzione del suo antenato selvatico, tali adattamenti. La conoscenza delle strategie di alimentazione, delle tipologie di alimenti consumati e della composizione nutrizionale della “dieta evolutiva naturale” degli animali, inoltre, può fornire informazioni preziose per la formulazione e la selezione di diete appropriate per le esigenze nutrizionali specie-specifiche, a vantaggio del benessere, della salute e della speranza di vita.” 
                                 
                              Il gatto è per natura un carnivoro stretto

[…]

 Proprio per queste ragioni si stanno sviluppando studi sulle diete naturali per molte specie di animali in cattività, in via di estinzione e per specie domestiche. In quest’ottica, diversi studi si sono concentrati nell’analizzare le abitudini alimentari dei gatti ferali. Questi ultimi sono definiti dalla letteratura come gatti che discendono dai gatti domestici, ma sono nati e vivono senza contatto umano, sopravvivendo in ambiente naturale per molte generazioni (Achterberg e Metzger, 1980; Dickman, 1996; Pearre e Maass, 1998).

Il gatto ferale e il gatto selvatico sono in grado di creare una progenie fertile (Pierpaoli et al. 2003), a dimostrazione della stretta somiglianza genetica tra le popolazioni di gatti selvatici e di gatti ferali. Il repertorio comportamentale di caccia del gatto ferale, inoltre, è molto simile a quello del gatto selvatico (Corbett, 1979). Le variazioni genetiche tra gatto domestico e gatto ferale sono del tutto trascurabili e, di conseguenza, l’adattamento metabolico è improbabile che differisca, rendendo il gatto ferale adatto a funzionare da modello evolutivo per lo studio del gatto domestico, sia dal punto di vista nutrizionale che alimentare (Plantinga et al., 2011).

Vari studi hanno analizzato le abitudini alimentari dei gatti ferali al fine di valutare la tipologia degli alimenti consumati, tuttavia, lavori relativi alla composizione nutrizionale degli alimenti assunti sono quasi inesistenti. Plantinga et al. (2011) hanno condotto una metanalisi (partendo da una base di 27 studi scientifici), al fine di valutare il profilo nutrizionale a cui il gatto domestico è fisiologicamente e metabolicamente adattato, attraverso un’analisi della composizione nutritiva delle diverse tipologie di prede (ricavata da 15 studi scientifici) consumate da gatti ferali di diverse aree del mondo.

La presente tesi, suddivisa in due parti, affronta le varie componenti che intervengono, influenzano o determinano le preferenze alimentari del gatto: fisiologia e metabolismo della specie, caratteristiche degli alimenti e fattori eco-etologici ed evolutivi, focalizzando in particolare l’attenzione sul gatto ferale e sulla sua alimentazione in ambiente naturale. Nella prima parte è analizzata la letteratura riguardante tutti gli aspetti che intervengono nelle preferenze alimentari e le metodiche di studio relative. La seconda parte della tesi integra i dati di partenza (derivanti dai 27 studi) utilizzati da Plantinga et al (2011), i risultati ottenuti dalla loro metanalisi e dai lavori di Hewson-Hughes et al (2011 e 2013) al fine di approfondire, attraverso analisi statistiche e modelli ecologici, l’ecologia nutrizionale delle preferenze alimentari del gatto ferale e ricavare ulteriori valutazioni sui fattori che incidono nella strutturazione della dieta naturale.”

Praticamente tutto ciò che avreste voluto sapere sulla dieta “naturale” del gatto riassunto in una bellissima tesi, chiara e di piacevole lettura.

Tesi completa scaricabile a questo link!

Grazie Giovanna, bellissimo lavoro!!

 

Dr.ssa Giovanna Lanciani 


Giovanna Lanciani, laureata in Scienze Biologiche, Master II liv. in “Conservazione della biodiversità animale: aree protette e reti ecologiche” e in “Nutrizione, alimentazione e dietetica clinica del cane e del gatto”, PhD in Ecologia. Ecologa e biologa della conservazione, comportamentalista ed esperta in genetica ed allevamento del gatto di razza, referee in “Consulenza nella relazione felina” e in “Zooantropologia didattica” presso l’Istituto di Formazione Zooantropologica (SIUA, Bologna). Autrice di oltre 30 pubblicazioni su riviste nazionali e internazionali, di due saggi di ecologia e di un manuale sul gatto di razza Ragdoll.