Vaccini per cane e gatto: approfondiamo un argomento controverso

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Al contrario di pochi anni fa, oggi è molto più comune che un proprietario di cane o gatto si chieda SE e QUANTO vaccinare i propri Amici. Per fare una scelta consapevole è necessario però avere delle informazioni chiare e professionali: cominciamo quindi a scoprire COSA è UN VACCINO?


Fino a pochi anni fa vaccinare annualmente il proprio Amico animale era “un must”. Era infatti ritenuto necessario “ricordare” al sistema immunitario ogni anno contro chi o cosa dovesse essere “pronto a combattere”. La pratica comune del vaccino annuale però si è infatti scontrata con le più recenti acquisizioni scientifiche che dimostrano come 1. sia il più delle volte inutile 2. possa essere dannosa avendo diversi effetti collaterali. Avere fiducia nel proprio Medico Veterinario curante credo sia ASSOLUTAMENTE NECESSARIO (senza fiducia, come potete affidargli uno dei Esseri più cari nella vostra vita?). Allo stesso tempo però è ugualmente necessario impostare un cammino di consapevolezza e conoscenza. Conoscere per orientarsi. Cominciamo quindi questo percorso – aiutati dalla dr.ssa Marta Batti dell’Ambulatorio Veterinario S.Lucia di Cesa (AR) – per capire COSA sia UN VACCINO?  dr.MM


E.Jenner scoprì che il liquido prelevato da pustole di vaiolo bovino era protettivo verso il vaiolo umano. Da qui la parola VACCINO.

Il vaccino nasce nel 1976 grazie a Eward Jenner, il quale nel XVIII secolo scoprì che il vaiolo bovino (o vaccinia) sembrava conferire una certa protezione contro il vaiolo umano, attenuandone gli esiti spesso fatali. Jenner dimostrò quindi che l’inoculazione del vaiolo bovino nell’uomo era in grado di proteggere quest’ultimo dal vaiolo umano e chiamò questa procedura vaccinazione.

Ma solo successivamente nel XIX secolo, Robert Koch dimostrò che le malattie infettive sono causate da microrganismi, ciascuno dei quali è responsabile di una malattia diversa. Oggi siamo in grado di suddividere gli organismi patogeni in quattro categorie principali: batteri, virus, funghi e parassiti (questi ultimi sono organismi pluricellulari).

Grazie alle scoperte di Koch e di altri microbiologi del XIX secolo, nel 1880 Louis Pasteur riuscì a sviluppare un vaccino contro il colera dei polli ed uno contro la rabbia, gettando le basi per lo sviluppo della moderna scienza dell’immunologia [1].

COME MA COME FUNZIONANO I VACCINI E PERCHÉ’ SONO IN GRADO DI INDURRE PROTEZIONE VERSO LE MALATTIE?


Prima di parlare di come funziona un vaccino, è necessario capire come funziona il nostro sistema immunitario (S.I.).


Il S.I. è deputato, negli esseri umani come negli Anima-li, a proteggere l’organismo dall’aggressione da parte di agenti esterni patogeni. Quando questi agenti patogeni vengono a contatto con l’organismo, il S.I. mette in atto una serie di meccanismi di difesa abbastanza complessi, che nell’insieme chiameremo risposta immunitaria e che  hanno lo scopo di neutralizzare i patogeni, impedendo loro di replicarsi all’interno dell’organismo ospite e di causarne uno squilibrio, inducendo quindi una malattia.

Esistono DUE TIPI DI RISPOSTA IMMUNITARIA, quella INNATA e quella ACQUISITA.

Un macrofago – parte della risposta immunitaria ASPECIFICA – fagocitando dei batteri

La risposta INNATA è subito disponibile, ovvero si attiva per prima e rapidamente al contatto col patogeno, è ASPECIFICA, ovvero si innesca con le stesse modalità qualunque sia il microrganismo interessato ed è DI BREVE DURATA. Possiamo considerarla una specie di “risposta di emergenza” che il sistema immunitario mette in atto nelle prime fasi dell’infezione e che, in molti casi, può essere sufficiente a bloccare l’attacco del patogeno senza ulteriori conseguenze. Le principali cellule del S.I. coinvolte in questo tipo di risposta sono i MACROFAGI, cellule importantissime, in grado di fagocitare e distruggere molti microrganismi e che possiamo paragonare a dei soldati che combattono sempre in prima linea.

La risposta ACQUISITA, invece, si sviluppa con il tempo. E’ quindi più lenta ad instaurarsi, ma a differenza di quella innata è SPECIFICA per ogni singolo patogeno e permette all’organismo di creare la cosiddetta memoria immunologica, che sarà in grado di riconoscere, anche a distanza di tempo, quel determinato tipo di microrganismo e di neutralizzarlo attraverso la produzione di anticorpi specifici. Questo tipo di immunità può durare anni o anche per tutta la vita. Cerchiamo di tenerla a mente perché ci tornerà utile poi, quando parleremo dei richiami vaccinali.

Il SISTEMA IMMUNITARIO ha QUATTRO COMPITI PRINCIPALI:



  • RICONOSCIMENTO IMMUNOLOGICO del patogeno attraverso i globuli bianchi (che fanno parte dell’immunità innata) e i linfociti (che invece rientrano nell’ambito della immunità acquisita).



  • CONTENERE E ELIMINARE L’INFEZIONE tramite una serie di meccanismi effettori che chiamano in gioco varie componenti del S.I. quali globuli bianchi, anticorpi e complemento.



  • REGOLAZIONE IMMUNITARIA: ovvero la capacità del S.I. di autoregolarsi per non essere lui stesso causa di malattia. Questo punto è particolarmente importante perché, quando questo meccanismo di autoregolazione viene meno, possono insorgere patologie importanti come le allergie e le malattie autoimmuni. Vedremo più avanti come anche l’iper-vaccinazione possa essere correlata a tali squilibri del sistema immunitario e quindi all’insorgenza di patologie. Dunque teniamolo a mente!



  • GENERARE UNA MEMORIA IMMUNOLOGICA che, come abbiamo visto, è necessaria per proteggere l’organismo negli anni.


 

COSA SONO A QUESTO PUNTO POSSIAMO PARLARE DI VACCINI: COSA SONO, COME SONO COMPOSTI, COME AGISCONO SULL’ORGANISMO ANIMALE.


I vaccini sono farmaci preparati in laboratorio a partire da elementi biologici (batteri o virus o parti di essi) che vengono uniti ad altre sostanze (adiuvanti) che servono per potenziare la risposta immunitaria.

Lo scopo principale dei vaccini è quello di stimolare il sistema immunitario a produrre anticorpi protettivi verso quel determinato patogeno con cui è allestito il vaccino stesso.

Ma se all’interno del vaccino sono contenuti microrganismi patogeni, come possiamo evitare che questi inducano la malattia nell’organismo ricevente?

Per attenuare i virus vengono fatti replicare in serie su alcune culture cellulari

Per evitare questo inconveniente, tali microrganismi possono (e devono) essere preventivamente trattati, ovvero indeboliti (e in questo caso si parla di vaccini vivi attenuati) oppure del tutto uccisi (si parla quindi di vaccini inattivati o spenti). Ancora, esiste anche la possibilità di impiegare solo piccole parti di essi (di solito proteine) e non l’intero microrganismo (vaccini a subunità).

VACCINI VIVI ATTENUATI sono ottenuti attraverso una serie di passaggi dei virus su colture cellulari e dei batteri su terreni di coltura. Ad ogni passaggio si ha un progressivo indebolimento del patogeno, che in tal modo perde la sua virulenza (ovvero la capacità di causare la malattia) mantenendo, seppur in modo blando, la capacità di replicarsi in modo da poter sufficientemente stimolare il S.I. ad una risposta protettiva.

Per questi vaccini esiste la possibilità, seppur remota, che possano indurre essi stessi malattia soprattutto se somministrati a soggetti immunodepressi o il cui sistema immunitario sia impegnato a combattere altri tipi di infezione o ancora a soggetti in cura con farmaci che compromettono in modo più o meno stabile e duraturo il S.I., come i cortisonici e la ciclosporina.

Da qui l’estrema importanza della visita clinica pre-vaccinale, completa di anamnesi (storia dell’animale) dettagliata e della eliminazione di parassiti esterni e interni prima della vaccinazione. Nessun soggetto non perfettamente sano o in condizioni di stress di qualsiasi natura dovrebbe essere vaccinato, né tanto meno è opportuna la vaccinazione annuale indiscriminata nei soggetti anziani, anche se apparentemente in salute (in questo caso per una alterazione della risposta del S.I. dovuta all’età).

CPV il Parvovirus canino responsabile di miocardite e gastroenterite emorragica

In campo animale, sono vivi attenuati i vaccini per CIMURRO, EPATITE, PARVOVIROSI nel cane e RINOTRACHEITE INFETTIVA E PANLEUCOPENIA nel gatto.

VACCINI INATTIVATI sono invece composti da microrganismi interi, ma morti, quindi non più in grado di replicarsi. Questo è ottenuto tramite trattamenti fisici (radiazioni ionizzanti) o chimici (utilizzo di sostanze di sintesi di varia natura tra cui la formaldeide). E’ importante sapere che, alcune di queste sostanze non possono essere del tutto eliminate dal prodotto finale.

Il vantaggio dei vaccini inattivati, rispetto ai vivi attenuati, è quello di avere una maggiore sicurezza microbiologica e stabilità e di essere più facilmente conservabili.

In campo animale sono inattivati i vaccini per la RABBIA (sia nel cane che nel gatto) per la MALATTIA DI LYME, CORONAVIRUS e LEPTOSPIROSI nel cane e per il CALICIVIRUS nel gatto.

Ma abbiamo detto che i vaccini non contengono solo microrganismi, ma anche altre sostanze dette adiuvanti, che possono essere sostanze chimiche, subunità microbiche o proteine animali, che sono aggiunte al vaccino allo scopo di aumentare la risposta immunitaria del soggetto che lo riceve, ma anche per rendere i vaccini stabili nel tempo e per prevenirne eventuali contaminazioni.

Gli adiuvanti prevalentemente utilizzati sono:

  • ANTIBIOTICI: tra cui il più rappresentato è la gentamicina. Si utilizzano per prevenire la contaminazione batterica.



  • IDROSSIDO DI ALLUMINIO: E’ un sale utilizzato per potenziare la risposta immunitaria e la produzione di anticorpi.



  • FORMALDEIDE: Utilizzata per produrre i vaccini vivi attenuati. Serve per prevenire la contaminazioni delle colture usate per attenuare i virus o i batteri, da parte di altri microrganismi indesiderati.



  • GLUTAMMATO MONOSODICO/ METABISOLFITO DI SODIO: Servono per rendere i vaccini più stabili anche in corso di variazione di parametri ambientali come temperatura, umidità e pH.



  • THIMEROSAL: E’ un sale di mercurio usato come conservante.


Tutte queste sostanze sono potenzialmente in grado di dare problemi all’organismo, soprattutto se l’esposizione è ripetuta nel tempo con frequenza ravvicinata.

Da quello che abbiamo detto fino a adesso, appare chiaro come i vaccini, se da una parte sono senza dubbio degli alleati importanti perché ci proteggono e proteggono i nostri animali da patologie gravi e spesso mortali e perché negli anni hanno permesso l’eradicazione di molte importanti patologie (come ad esempio la Rabbia in Italia e in molti altri paesi) dall’altro sono pur sempre farmaci e come tali non sono privi di effetti collaterali.



Sono pertanto strumenti da utilizzare con consapevolezza e criterio e non in modo indiscriminato.

Solo così potremmo ricavarne vantaggi, minimizzandone i rischi.

Ma quali dovrebbero essere le caratteristiche di un vaccino ideale?

Questa tabella le riassume:

 

 

Ma esiste un vaccino così, ovvero efficace e totalmente privo di effetti collaterali?

Purtroppo la risposta a questa domanda è NO.

Vaccinare resta sempre e comunque un compromesso. Facciamolo dunque con criterio.

Su questo blog cercheremo di districarci meglio nel complesso mondo delle vaccinazioni e tenteremo di fare chiarezza all’interno di quello che è un vero e proprio caos di informazioni, sperando di potervi fornire degli strumenti utili per trasformarvi da spettatori passivi a proprietari consapevoli e informati, protagonisti attivi delle decisioni riguardanti la salute e il benessere del vostro miglior Amico.

 

– Dr.ssa Marta Batti, Medico Veterinario – Ambulatorio Veterinario S.Lucia – Loc.Cesa, Marciano (AR) –

Approfondimento: Vaccinazioni e patologie dentali sono state messe in correlazione con l’insorgenza di Malattia Renale Cronica nel gatto

Approfondimento: Libro “Vaccini. Danni e Bugie” di S.Cattinelli e S.Marucelli – Macro Edizioni

[1] –  Kenneth Murphy, Immunobiologia di Janeway, ottava edizione.