Quest’anno non potevo mancare davvero al Congresso AIVPA (Associazione Italiana Veterinari Piccoli Animali) 2017 dal titolo “Fa che la Medicina sia il tuo Cibo e il Cibo la tua Medicina”. Citazione ippocratica per un congresso davvero interessante. Ve lo racconto a brevi linee.
Per i lettori del blog invece: prima o poi scriverò più approfonditamente di ciascuno di questi argomenti. Devo solo riorganizzare la mia attività clinica per tornare a fare ciò che amo quasi quanto curare i miei pazienti, cioè studiare, divulgare, spiegare.. praticamente chiaccherare con voi J ehehe
Alcune cose le sapevo già (ma repetita juvant), alcune cose vi suoneranno già conosciute anche a voi, Spero di non risultare noiosa, ma vorrei dare un quadro comprensibile anche per i “meno esperti” .
IPERTIRODISMO FELINO & ALIMENTAZIONE
L’ipertirodismo è una patologia tipica del gatto in Medicina Veterinaria, caratterizzata da un aumento di produzione di ormoni tiroidei, spesso dovuta a patologie neoplastiche (tumori) benigni o maligni della tiroide. Oltre a svariate considerazioni cliniche, molto interessante il legame sottolineato dal dr. Furlanello con alcuni tossici ambientali come gli isoflavoni della soia (ancora non abbiamo capito che il gatto è un carnivoro STRETTO, mi chiedo io) o con alcune resine come il BPA, presenti fra l’altro all’interno delle scatolette di latta, usate fra l’altro per alimenti per Animali.
Interessante notare come fra le possibili terapie attuabili (non sempre, ma in alcuni casi) vi sia anche la terapia alimentare, usando una dieta molto povera in iodio. Molto meglio del commerciale però (aggiunta mia questa), possiamo fare con una casalinga o una BARF, che si presta facilmente ad essere una dieta povera di iodio.
DIABETE MELLITO NEL GATTO & ALIMENTAZIONE
Che il Diabete Mellito, patologia caratterizzata da un aumento persistente del glucosio (zucchero) nel sangue, fosse già strettamente correlata all’alimentazione, in special modo nel gatto, si sapeva. Il gatto soffre, nella maggior parte dei casi infatti, di un diabete molto simile al tipo 2 dell’uomo, caratterizzato da resistenze periferica all’insulina, l’ormone deputato a far entrare lo zucchero nelle cellule, che di conseguenza “rimane a zonzo” nel sangue.
Durante la relazione il dr. Furlanello ha parlato di Mouse-like diet, cioè del tentativo di mimare il più possibile quella che sarebbe la vera dieta naturale del gatto, a base di piccoli roditori e prede. Molte proteine, molti grassi quindi e un moderatissimo apporto di carboidrati. Le crocchette a base di fibre per diabetici? Bandite, manco a dirlo. Le fibre venivano somministrate in passato infatti con l’intento di rallentare l’assorbimento dei carboidrati a livello intestinale. Peccato che questo non esista praticamente nel gatto, che non soffre dei picchi glicemici post-prandiali come l’uomo. La fibra può essere utile invece per un altro motivo importantissimo, che è il nutrimento del microbiota (ma fibre solubili, non le insolubili delle crocchette per diabetici!).
PATOLOGIE INFIAMMATORIE INTESTINALI DEL GATTO: NUTRIRE IL GATTO O IL MICROBIOTA?
Cioè, ma capite?? Capiamo?? Per me che sono una patita di microbiota che titolo meraviglioso? ? Vediamo un po’ qualche punto saliente. A parte un’interessantissima parte di clinica medica, sulla categorizzazione e la diagnosi della patologie gastrointestinali croniche, il dr. Furlanello ci ha parlato di Microbiota. Oltre a quello che trovate scritto qua, abbiamo parlato anche di Nube del Microbiota: hanno dimostrato cioè che nell’uomo ciascuno di noi ha, in sospensione attorno al corpo, una vera e propria nube di microrganismi, che ci caratterizza come individuo. Pensate a cosa voglia dire per quel che riguarda il rapporto fra individui questo.
Non serve stare in contatto per “scambiarci” qualcosa, basta star vicini. E con i nostri Animali? beh, molto probabilmente anche loro avranno la loro nube. Meraviglia.
Focus importante anche sull’uso smodato di antibiotici che, in parole povere, rovinano il microbiota per non farlo tornare più come prima. Questi sarebbero particolarmente deleteri in età pediatrica (tutti quei cuccioli che vengono trattati con antibiotici e antiprassitari per un semplice test ambulatoriale positivo a Giardia ne vogliam parlare??), predisponendo a diverse patologie (dati dall’uomo). Attenzione anche agli antiacidi, che alterando il pH dello stomaco altererebbero il microbiota intestinale e che ormai, testuali parole del dr. Furlanello, vengono “dispensati come caramelle”*.
Ci sarebbe molto da riferire anche sulle diete commerciali “intestinal”, a basso tenore di fibre e grassi nella maggior parte dei casi. Contando che le fibre servono a far guarire il microbiota e quindi l’intestino e i grassi a nutrire in modo molto concentrato un Animale che già mangia poco, anche qui è l’ora di cambiare rotta.
POCHE O TANTE PROTEINE NELLA MALATTIA RENALE CRONICA? IL GRANDE DIBATTITO
Interessantissima relazione sempre del dr. Furlanello su quella che è una delle maggiori leggende metropolitane dell’alimentazione di cane e gatto. Volete sapere cosa ha detto? Leggete qui perché ve lo avevo già detto io! J (E se volete ve lo spiego meglio dal vivo il 20.05.2017 a Cesena e in streaming con Macrolibrarsi). Aggiunte? Ad esempio ruolo dei pre e probiotici nella malattia renale cronica, ma non apro questo enorme argomento dato che è parecchio che ho in mente di farci un bell’articoletto. Prima o poi..avrò tempo.
Punto sicuro? Meno antibiotici possibili in pazienti renali!! Ancora meno di quei pochi che gié diamo!
INVECCHIAMENTO E TUMORI: DIGIUNO E DIETA MIMA DIGIUNO
Anche questo è un argomento che ho nel cuore da un po’. Praticamente è da almeno 5 mesi che vorrei buttar giù un articoletto, avendone parlato anche al Convegno di Armonie Animali.
Per farvela brevissima, il dr. Nencioni, Medico Chirurgo e collaboratore del Prof.Longo, ci ha riportato davvero tanta letteratura scientifica a supporto di una adatta restrizione calorica e di nutrienti per prevenire e trattare patologie neoplastiche. Una su tutte (nonostante io abbia un problema personale irrisolto nei confronti della chemioterapia) ci ha mostrato come, nell’uomo, un digiuno di 24-72 h precedenti e fino a 12 h dopo il trattamento chemioterapico, riduce i danni prodotti da quest ultimo. Estremamente interessante in termini preventivi, devo ancora pensare a come integrare questa informazione nella terapia dei pazienti veterinari oncologici, che spesso effettuano una chemioterapica per bocca, caratterizzata quindi da somministrazione giornaliera. Vedremo.
ALIMENTI FUNZIONALI E NUTRACEUTICA
Relazione del dr. Novellino, farmacista, che mi ha lasciato particolarmente impresso un bellissimo concetto “filosofico”. In Medicina Umana, ma anche in Medicina Veterinaria, è purtroppo molto comune un atteggiamento che il relatore ha denominato Medicina d’attesa. Attesa passiva, senza nessun cambio degli stili di vita, senza un alimento fresco e un’adeguata attività fisica. Praticamente? Vivere ignari, passivi e convinti che il cucciolo che ho adottato, tanto bellino, non si romperà o che, se lo farà, potrò “aggiustarlo” con dei farmaci. Come ripeto sempre, niente di più falso. Dobbiamo lavorare fin dall’adozione invece, su quella che il relatore ha chiamato Medicina d’iniziativa, basata su cambi di stili di vita a volte faticosi per noi, o “costosi” in termini meramente economici nell’immediato.
Arrivando poi alla fine a risparmiare tutti quei soldi che spenderemmo altrimenti un domani in farmaci, esami o medici, vale per noi come per loro. (Vi invito fra l’altro alla giornata sulla prevenzione, anche in streaming, a Reggio Emilia il 13.05.2017).
ALIMENTAZIONE, MICROBIOMA E COMPORTAMENTO: LEGAMI E APPROCCI TERAPEUTICI
Lo so bene io che da un anno ho la fortuna di collaborare con una brava collega comportamentalista, la dr.ssa Pattaro, da un annetto: quando parliamo di Asse Intestino-Cervello, in Medicina Veterinaria queste correlazioni sono davvero evidenti. Pazienti che vengono da me con problemi gastroenetrici, ma dietro ai quali ci sono anche problemi comportamentali, o viceversa. Lavorando in sinergia si può davvero mettere insieme forze e conoscenze, facendo il meglio per il paziente. Per tornare alla relazione, il dr.Cerquetella e la dr.ssa Bestonso, ci hanno mostrato tramite letteratura e casi clinici come queste connessioni siano davvero indissolubili. Come agire? in senso olistico, o sistemico come si preferisce dire, vedendo il paziente nel suo insieme. Meraviglioso. Ci scriveremo qualcosa senza dubbio (a quattro mani come questi due articoli sul comportamento, come sempre).
IL PAZIENTE con PATOLOGIE A FEGATO O PANCREAS: DALLA DIAGNOSI ALL’ ALIMENTAZIONE
Tre relatori eccezionali per questa parte del Congresso: il dr.Caldin e il dr. Furlanello della Clinica S.Marco di Padova e la dr.ssa Tonini (guardate il suo sito qui!), bravissima nutrizionista! Oltre ad approfondimenti davvero interessanti sulla parte clinica e diagnostica, la collega Tonini ci ha ricordato come l’alimentazione commerciale per “problemi di fegato” sia sostanzialmente indirizzata a pazienti con insufficenza epatica, cioè a fasi di malattia terminale e non a tutti quei cani e gatti con lievi alterazioni delle transaminasi che indicano invece una epatopatia, cioè una semplice sofferenza epatica, ma con funzionalità conservata. Il succo della storia? Tramite un’alimentazione fatta in casa noi possiamo davvero sapere cosa finisce in ciotola e cucire addosso al nostro paziente la migliore alimentazione possibile per lui/lei in quel momento. Nessuno standard, solo linee guida e individualizzazione.
BARF DAL PRINCIPIO A.. L’ONCOLOGIA
Due relazioni del Dr.Bettio del Centro Olikos di Parma, entrambe interessantissime, sulla BARF in generale e poi in particolare per il paziente oncologico. Dato che chi segue il mio blog credo che già mediamente abbia un’idea dei benefici legati alla BARF, non mi dilungo più di tanto, ma vi riporto invece il piacevole clima di apertura che abbiamo respirato in aula. Niente ostracismi. Niente salmonelle-spauracchio, niente “la BARF è il diavolo”. Apertura e ascolto. Certo, anche qualche critica magari, ma davvero non male per essere un ambito accademico.
Volete proprio sapere qualcosa in più su quello che ci ha raccontato il dr. Bettio?? Beh, per dirvene una, vi dico solo – su spunto di un bel discorso fatto durante l’esposizione – che un altro articolo messo in cantiere è quello sulle uova, alimento tanto demonizzato, quanto salutare invece.
ONCOLOGIA E DIETA: COME DARE DA MANGIARE AL MEGLIO AL PAZIENTE ONCOLOGICO?
Dallo studio della biochimica con il dr. Valentini che ci ha illustrato le vie metaboliche del paziente neoplastico (per capirsi, come mai vediamo i nostri Amici dimagrire tanto?) fino allo studio delle strategie nutrizionali per risvegliare il sistema immunitario del dr. Rossi. Due relazioni interessantissime che credo abbiano fornito a tutta l’aula diversi spunti di riflessione, passando dalla biochimica alla Medicina Tradizionale Cinese, per arrivare come sempre a “parare” sul microbiota e sui cambi che la chemioterapia provoca su questo piccolo meraviglioso mondo (relazione dr.ssa Gavazza).
Qualche focus? Ad esempio il ruolo importantissimo di alcuni periodi finestra nella prevenzione (es. cuccioli dalle 12 alle 24 settimane), il ruolo del thè verde, importanza del non dare alimenti lavorati come farine e ..estrusi (leggasi, fra l’altro, crocchette).
PATOLOGIE GASTROENTERICHE: è NATA PRIMA LA DISBIOSI O LA PATOLOGIA?
Come vi ho già detto disbiosi, microbiota, uso razionale degli antibiotici sono stati alcuni fra i tam tam di questo Congresso. Non poteva mancare la relazione sull’intestino quindi e su tutte quelle che sono le correlazioni ospite-microbiota (dr.Cerquetella, dr.Caldin, dr.Pengo). Cosa mi sono portata a casa? Beh, oltre alle sempre crescenti conferme scientifiche sull’importanza del microbiota in tutte le sue sfumature, sono stati illustrati alcuni interessanti marker di disbiosi: degli esami di laboratorio messi a punto da poco che potrebbero davvero essere utili nella mia pratica clinica, aiutandomi a distinguere fra diversi tipi di danno intestinale senza essere invasivi come una biopsia – necessaria comunque in alcuni casi sicuramente. Meraviglia!
Qualche curiosità? Beh, vi metto la cartina europea della resistenza agli antibiotici. Peggio di noi stanno solo alcuni paesi dell’Europa dell’Est. Sebbene questi dati siano riferibili – ovviamente – soprattutto all’utilizzo di farmaci in allevamento (vedi questo articolo) è ovvio come anche nella pratica clinica dei piccoli Animali queste molecole siano davvero sovra-utilizzate. Fa paura è?? se volete avere paura del tutto scaricatevi il report intero sulle antibiotico resistenze in Europa nel 2015 (in inglese!).
Peccato aver perso la parte finale su patologie cardiache e alimentazione, oltre la sessione sull’alimentazione del cucciolo (repetita juvant), ma ..avrò le registrazioni! ?
Devo dirlo: punto a favore del Congresso anche i bei colleghi e le belle colleghe con cui ho avuto il piacere di scambiare opinioni, di conoscerci e di passare tanti piacevoli momenti. Si cresce insieme!
Ora, devo solo pianificare per avere tempo di studiare e approfondire. Forza e avanti tutta, il vento del cambiamento soffia forte, è ora di alzar le vele! ?
[Se ci dovessero essere errori di battitura o cose incomprensibili perdonatemi ma ho un sonno che mi schianto, son tornata giusto qualche ora fa!]