Molto spesso chi ha un cane o un gatto come compagno di viaggio e decida di utilizzare un’alimentazione fresca si imbatte in questo dubbio amletico: quanti e quali vegetali dare? Frutta o verdura? Cotta, cruda, intera o frullata.. cosa cambia? Vediamolo insieme.
Lunga attesa dal mio ultimo articolo lo so, ma i progetti son tanti, i pazienti bisogna seguirli e il sito ho dovuto metterlo in secondo piano per un periodo. Pazienza, si ricomincia, vedremo con quale frequenza ?
Lo so che suona strano, ma una delle prime domande che i clienti mi pongono, sia quando iniziano una dieta cruda che una casalinga cotta è “esattamente quanta verdura posso dare?“. A rotazione poi vengono “ma uno spicchio di mela è troppo?“, oppure “quali sono le verdure che non si possono dare?“. Breve excursus stasera nel fantastico mondo della fibra per carnivori.
Quale fibra scegliere
La fibra viene definita come la porzione edibile di piante o altri carboidrati analoghi (es. anche la chitina che forma l’esoscheletro di alcuni insetti o di altri artropodi) che sono resistenti alla digestione e all’assorbimento nel piccolo intestino e che sono conseguentemente cibo per la microflora residente sia nel piccolo che nel grande intestino di cane e gatto. La maggior parte delle fibre sono polisaccaridi, cioè zuccheri complessi, carboidrati strutturali vale a dire l’impalcatura della cellula vegetale. Visto che abbiamo detto che una definizione di fibra è legata sostanzialmente alle possibilità (o meglio, alla non possibilità) dell’organismo di utilizzare questi “mattoncini”, vi faccio notare come questa sia una definizione specie-specifica. Vale a dire: cioè che è fibra per cane e gatto, non lo sarà per la vacca ad esempio. Attenzione quindi a “scambiare” concetti ad esempio di medicina umana con la medicina veterinaria.
Quali tipi di fibra possiamo dare al nostro cane o gatto? Vediamo la loro classificazione e dove trovarle:
Ulteriore domanda sarà: sì, ma crude o cotte queste verdure? In linea di massima preferisco dare verdure crude, frullate con poca acqua e aggiunte alla ciotola. Il processo di cottura infatti, sebbene faciliti in qualche modo la digestione “distruggendo” in parte questa impalcatura di cui le cellule vegetali sono provviste, idratandone la struttura, tende a rendere gli zuccheri semplici presenti maggiormente disponibili, aumentando per questo l’indice gliecemico dell’alimento (ci sarebbe un mondo da scrivere sull’indice glicemico, a partire dal fatto che nessuno lo ha mai misurato in cane e gatto, ma solo nell’uomo – dato che non ho ancora scritto nulla al riguardo potete dare un occhio qui per farvi un’idea). Al contrario, darle crude e frullate con poca acqua aumenta la superficie di attacco per la microflora intestinale permettendone un miglior utilizzo, senza alterarne l’indice glicemico.
Quanta fibra dare
Quando prepariamo la ciotola al nostro cane o gatto, dobbiamo ricordare che sono carnivori. Sembrano banalità, ma vi assicuro che spesso mi capita di vedere foto di ciotole davvero troppo, troppo piene di parte di vegatle, neanche stessimo nutrendo una capretta. Non esiste infatti una necessità NUTRITIVA di fibra alimentare per cane e gatto. Se noterete, in questo articolo non vi parlerò di quali vitamine o minerali siano presenti in questa o quel vegetale, proprio perché non sono la fonte di nutrienti ideale per i nostri carnivori, che difficilmente riusciranno a utilizzarne più che qualche traccia. Nonostante questo, una piccola quantità di fibra è necessaria per il corretto funzionamento dell’apparato gastroenterico. Questo perché, come abbiamo visto è alimento per il microbiota, che poi a sua volta produrrà dei metaboliti, delle sostanze, che andranno a nutrire le cellule della mucosa intestinale e contribuiranno al benessere di tutto l’organismo.
La quantità di fibra da aggiungere alla ciotola è certamente uno dei fattori più individuali di ogni dieta. I cani hanno bisogno in linea generale di maggiori quantità, mentre per un carnivoro stretto come il gatto le quantità necessarie sono davvero minime. Oltre la specie, altri fattori che influenzano sono ovviamente la taglia, ma anche la composizione della dieta. Ad esempio in una dieta casalinga formulata con della pasta come fonte di zuccheri, avrò certamente bisogno di meno fibra rispetto a che se usassi del riso. Devo anche tenere conto se userò cereali integrali o meno, quando vado a calcolare la quantità di verdure, dato che una parte delle fibre potrebbe essere già presente nel mio carboidrato scelto.
Anche eventuali patologie possono influire sulla quantità e la scelta delle fibre. Ad esempio, un cane con patologie del colon croniche (ve ne accorgete perché trovate molto muco nelle feci) avrà bisogno di una scelta molto accurata della quantità di fibre, come anche della qualità. Un’Anima-le anziano, in linea generale, riceve da me una porzione un filo superiore di verdure nell’alimento. In linea di massima e tenuto conto di tutte le possibili variabili, difficilmente una dieta per un gatto di peso medio (5kg) supera i 20gr di verdura al giorno, mentre in un cane anche di taglia medio-grande il massimo della quantità di frutta e verdura giornaliere si assesta in genere attorno ai 100-130 grammi.
Ci sono casi singoli in cui vi è bisogno di maggiori quantità? certamente! ? Ricordate solo che avete di fronte un piccolo carnivoro, per il quale frutta e verdura se dati in eccesso possono rappresentare un fattore anti-nutrizionale, vale a dire possono limitare l’assorbimento di altri nutrienti più importanti, oppure possono dar luogo a fermentazioni anomale, legate a sovra-crescite di popolazioni batteriche non adatte ad un intestino come il loro.
Ma.. cosa fanno queste fibre allora nell’intestino?
Le fibre nell’intestino di cane e gatto svolgono molteplici funzioni. Alcuni tipi di fibre, quelle solubili come le pectine o gli idrocolloidi dello Psillio, hanno una forte capacità di trattenere acqua. In questo modo rendono il contenuto intestinale più viscoso, rallentando la velocità di transito e l’assorbimento e portano alla formazione di feci volumetricamente importanti, soffici e quasi spugnose. Sono ottime ad esempio per animali diabetici cui non si vogliano togliere i carboidrati complessi, per rallentare l’assorbimento di zuccheri e non causare picchi insulinici nel sangue, oppure per i gatti che abbiano problemi di vomito di palle di pelo. Attenzione perché possono diminuire l’assorbimento di alcuni farmaci.
Un’altra funzione svolta dalle fibre è l’adsorbimento di sostanze all’interno del lume intestinale. Funzionano quindi da spugne, che catturano e trasportano all’esterno, ad esempio, sostanze potenzialmente cancerogene o acidi biliari in eccesso. Questa funzione diventa particolarmente importante con l’avanzare dell’età per la prevenzione delle patologie neoplastiche, motivo per il quale i “miei” vecchietti ne mangiano più dei giovani. Svolgono questa funzione soprattutto le fibre non fermentescibili.
Le fibre inoltre, dato che aumentano il volume del pasto, sono in grado di aumentare il senso di sazietà e prevengono ovviamente fenomeni di stipsi.
La funzione in realtà più importante delle fibre, che abbiamo nominato prima, è quella di essere il substrato per la crescita della flora batterica intestinale, che a sua volta andrà a comporre e influenzare la restante porzione del microbiota. Sebbene lo studio del microbiota intestinale del cane e del gatto sia ancora agli albori, sappiamo con certezza che alcuni tipi di fibre (in particolare FOS e inulina) produrranno Acidi Grassi a Corta Cantena (Short Chain Fatty Acids, SCFA). I SCFA come acetato, butirrato e propionato andranno poi a loro volta a nutrire le cellule della mucosa intestinale, sia del grande che del piccolo intestino. Quando le fibre che somministriamo sono in grado di promuovere la crescita di famiglie batteriche “positive” per l’organismo ospite, queste fibre vengono definite PRE-BIOTICI (da non confondere con i pro-biotici..ci farò un articolo prima o poi).
Non dobbiamo sottovalutare l’importanza del microbiota intestinale e anzi, la dieta dei nostri Amici dovrebbe diventare, a mio parere, un modo di dialogare con questo meraviglioso mondo, dimenticato per tanto tempo e che sta acquisendo sempre più importanza nella ricerca scientifica, tanto da essere definito come un vero e proprio organo in più per il nostro e loro organismo. Un organo capace persino di produrre ormoni, sostanze che agiscono a distanza su altri distretti dell’organismo, in grado di influenzare il sistema immunitario, altri organi come il rene e il sistema nervoso (vedi articolo dieta e epilessia), inclusi l’umore e il comportamento.
Cosa dare e cosa no
Ok, belli tutti questi discorsi teorici, ma veniamo alla pratica. Cosa possiamo dare ai nostri Amici? Quali sono i tipi di frutta e verdura particolarmente utili e quali invece andrebbero evitati? Vediamoli.
Fra i SI segnalo soprattutto la cicoria, ricca di inulina che come abbiamo visto è il “cibo” del microbiota sano. Nonostante sia amara e quindi alcune volte difficile da dare, somministrare anche solo una piccola percentuale di cicoria in modo più o meno stabile con la dieta può davvero fare la differenza per avere un intestino sempre più forte e sano. Assolutamente SI anche per la mela, ricca di pectine però quindi attenzione a non esagerare perché abbiamo visto che sono fibre fermentescibili (se poi vi ammorba con liete arie non è colpa mia sia ben chiaro! ? ). SI anche per pera (più ricca di lignina rispetto ad altri frutti), carote specialmente crude, finocchi, biete, sedano, insalate di vario tipo e altre verdure a foglia verde. Attenzione alla frutta molto matura o alla frutta estiva zuccherina che fermenteranno maggiormente.
Fra i NO sono da citare ovviamente le piante più o meno tossiche per i nostri Amici. Cipolla e aglio hanno un forte effetto ossidante, potendo determinare se somministrati in quantità eccessivi una emolisi (cioè rottura dei globuli rossi) con conseguente anemia. Sì, lo so che l’aglio viene dato come antielmintico, ma devo avvisarvi che la dose tossica non è così lontana dalla reale dose efficace, a voi decidere di darlo o non darlo. Io personalmente lavoro moltissimo con gli antiossidanti, per cui l’idea di somministrare (spesso continuativamente per lunghi periodi) una pianta dal potere ossidante come l’aglio non la trovo una grande idea.
Altre piante NO sono le Solanaceae vale a dire peperoni, pomodori e melanzane. Queste piante contengono infatti degli alcaloidi che, in alcuni soggetti, possono provocare vomito o persino sintomi neurologici. Se il vostro cane o gatto fa eccezione siamo molto contenti, ma io in linea generale li sconsiglio. Fanno eccezione le patate, anche esse appartenenti alla stessa famiglia, delle quali dobbiamo fare attenzione a NON dare però le bucce, specialmente crude, ricche di solanina.
NO anche per l’uva che ha alcuni report di tossicità legati all’individuo, vale a dire alcuni cani e gatti sembra possano sviluppare danno renale acuto a seguito dell’ingestione di anche un solo chicco d’uva, mentre altri si possono mangiare l’intera vigna senza avere nessun danno. La persina, una sostanza fungicida presente nel frutto di avocado, sembra essere tossica se ingerita in grandi quantità dai nostri Anima-li: NO quindi anche per l’avocado.
Abbiamo anche dei NI, vale a dire tutta quella frutta e verdura che non amo dare ai nostri Amici, per un motivo o per un altro. In primo piano tutte le verdure e le leguminose produttrici di metano, come cavoli e cavolfiori, oltre a piselli, lenticchie, fagioli, soia etc. A seconda dell’individuo infatti è vero che alcuni possono riuscire comunque a digerirli con scarsa o nulla quantità di gas, ma per la maggior parte mangiare questo tipo di alimenti esiterà nella formazione di ingenti quantità di gas che, oltre a essere poco piacevoli, possono eventualmente essere causa di coliche, dilatazioni o volvoli.
NI, se non per ragioni mediche, a frutta e verdura non di stagione. Non mi fate vedere che comprate le zucchine a dicembre per il vostro cane, magari che arrivano dalla Spagna o dal Cile. Lo so che lo amate, ma non è ecologicamente sostenibile! Per la maggior parte dell’anno sono disponibili un numero sufficientemente variato di frutta e verdura (più o meno) locale. Cerchiamo di utilizzarla.
NI alla banana, un po’ perché non è locale, un po’ perché ha un’indice glicemico elevato, un po’ perché è anche discretamente calorica.
Buon appetito green a tutti ?
Fonti:
Fascetti, A. J., & Delaney, S. J. (2012). Applied veterinary clinical nutrition. John Wiley & Sons.